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Economia

Crolla l'export Made in Italy in Cina: in Abruzzo a risentirne di più è il settore vino

L'analisi della Coldiretti: crollo dell’11,9% delle esportazioni Made in Italy

Anche in Abruzzo calano drasticamente le esportazioni in Cina. Nel mese di gennaio con l’inizio dell’emergenza coronavirus che ha frenato i consumi nel gigante asiatico ma anche i flussi commerciali per i limiti posti al trasporto di persone e merci a livello nazionale è stata registrato una diminuzione dell’11,9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Dati che si riflettono anche sull’economia abruzzese, dove la preoccupazione riguarda soprattutto il settore del vino, che è il prodotto più esportato in Cina e sta registrando una forte flessione delle vendite sul mercato asiatico.

A riferirlo è una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat.

"La situazione è preoccupante - sottolinea - e i produttori chiedono interventi di tutela soprattutto dopo la notizia dei rinvii delle grandi fiere del Vino in Cina (a partire da quella  Chengdu ma anche del Vinexpo di Hong Kong) e alla preoccupante assenza dei compratori cinesi ai grandi appuntamenti internazionali. Una conferma delle preoccupazioni sull’effetto negativo dell’epidemia sulla crescita mondiale è evidenziato dal Fondo Monetario internazionale (FMI) con i vincoli ai trasporti per cercare di contenere il contagio che si stanno riflettendo anche sulla logistica delle merci con incertezze e ritardi che impattano sugli scambi commerciali".

La Cina, per effetto di una crescita ininterrotta della domanda, è infatti entrata nella lista dei cinque Paesi che consumano più vino nel mondo ma è in testa alla classifica se si considerano solo i rossi, tra cui anche il Montepulciano d’Abruzzo.

Coldiretti Abruzzo evidenzia che lo stallo del settore vitivinicolo è solo la punta dell’iceberg di un problema che avrà ripercussioni sull’intera economia regionale, con conseguenze immaginabili anche su tutti i settori produttivi. "A preoccupare - denuncia la Coldiretti - sono anche le speculazioni in atto sui prodotti agroalimentari Made in Italy in alcuni Paesi dove vengono chieste senza ragione certificazioni sanitarie sulle merci in entrata e ci sono state anche assurde disdette delle forniture. Serve un impegno delle autorità nazionali e comunitarie - l'appello - per fermare pratiche insensate che rischiano di far perdere quote di mercato importanti alle produzioni nazionali per colpa di una concorrenza sleale che mira a screditare i prodotti dall’Italia che sono sani i garantiti come prima".

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