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Economia Gessopalena

Caro acqua: 30 euro in più all'anno per famiglia

Con l'approvazione del Piano d'Ambito 2010–2032 la tariffa dell'acqua crescerà mediamente di 30 euro l'anno per famiglia. I consiglieri Bozzi, Di Renzo e Dragonetti: “Siamo creditori e la Sasi ci chiede l'aumento”

I consiglieri comunali Tullio Bozzi, Antonio Di Renzo e Anna Dragonetti, rispettivamente di Gessopalena, Lama dei Peligni e Fresagrandinaria e promotori dei loro comitati cittadini a difesa degli utenti della Sasi, attaccano la società che gestisce le risorse idriche.

"Ci siamo - dicono - il 'pacco natalizio' per la maggior parte dei cittadini della provincia di Chieti è completato. Questo è un periodo propizio per i rincari e gabelle di diversa natura, non bastava l'intervento del Governo tecnico di Mario Monti, ci mancava la Sasi! L'esito referendario sull'acqua pubblica avrebbe dovuto portare un abbassamento delle tariffe pari al 7%, ma per tutta risposta ci sarà un aumento pari al 4%. Con l'approvazione del Piano d'Ambito 2010 – 2032 ,ossia la programmazione tecnica, economica e finanziaria del servizio idrico, la tariffa dell'acqua crescerà mediamente di 30 euro l'anno per famiglia. A volere ciò è stata l'assemblea dei Sindaci dei Comuni gestiti, per il servizio idrico, dalla Sasi Spa e per voce di Antonio Innaurato, sindaco di Gessopalena, nonché Presidente della Comunità Montana di Palena, a giustificare il voto favorevole all'aumento insieme ad altri 40 Sindaci, tra i quali Antonino Amorosi di Lama dei Peligni e Giovanni Di Stefano di Fresagrandinaria, sarebbero gli investimenti societari da fare sul territorio. Ma questi solerti ed attenti Sindaci hanno mai fatto gli interessi dei cittadini? Si sono mai prodigati a risolvere i problemi che i cittadini hanno con la Sasi? Sanno che i loro concittadini sono creditori nei confronti della Sasi?». Bozzi, Di Renzo e Dragonetti sono indignati per tutto ciò: «Perché gli investimenti finora non sono stati fatti? Perché molti Comuni sono senza depuratori? Perché i cittadini sono stati vessati da pretese economiche senza averne in cambio il servizio? Ma la Sasi finora cosa ha fatto?".

I consiglieri lamentano una "assoluta negligenza ed indifferenza da parte del presidente della Società di gestione idrica, Domenico Scutti, a proposito della questione dei rimborsi delle quote di depurazione. Sono mesi e mesi che chiediamo un incontro per essere messi a conoscenza delle modalità e tempistiche dei rimborsi, ma dalla voce della centralinista della Sasi riceviamo sempre la stessa risposta: 'mi dispiace, il Presidente oggi non è in ufficio, sarete richiamati'. E' inutile dire che nessuno di noi è stato mai ricontattato. Gli utenti sono lasciati all'oscuro di tutto, mai una comunicazione, mai una notizia, eppure, dovrebbero essere informati con le fatture recapitate periodicamente, come la Legge afferma. Nella comunicazione della A.T.O. (Ambito Territoriale Ottimale) alla Sasi del 25 novembre, 2010, prot. N° 001238, a firma del Commissario Unico Straordinario Ingegner Caputi, si fa richiamo alla ormai famosa Sentenza n° 335 del 2008 della Corte Costituzionale, riguardo alle pretese economiche della Società di gestione idrica, i cui utenti non sono allacciati a depuratori o se essi non sono funzionanti. Il Commissario della A.T.O. fa riferimento anche al Decreto del Ministro dell'Ambiente del 30 settembre 2009, con il quale vengono definiti i parametri e le modalità per procedere al rimborso delle quote di tariffa non dovute per gli utenti non usufruiscono di detto servizio. L' Ing. Caputi, nella comunicazione in questione, lamenta che dalla Sasi non ha mai ricevuto informative utili per avviare la procedura dei rimborsi. Inoltre richiama il Presidente della Società di gestione idrica integrata su tale situazione che, oltre a impedire all'Ente di rispettare le norme previste dal Decreto Ministeriale, aggrava la situazione economica riferita ai rimborsi, in quanto permette la maturazione di ulteriori interessi passivi che, invece, potrebbero essere recuperati attraverso l'avvio delle procedure di rimborso".

Per i consiglieri Bozzi, Di Renzo e Dragonetti "risulta evidente che il rimborso dei canoni di depurazione 2003/2008 deve essere effettuato con le modalità e i tempi previsti dal noto decreto, mentre i canoni di depurazione per le annualità 2009/2010, indebitamente riscossi dalla Sasi, devono essere immediatamente rimborsati. Di recente la Sasi ha inviato agli utenti interessati fatturazione per l'anno in corso, senza procedere al rimborso delle somme indebitamente riscosse. Inoltre ha inviato perentorio di pagamento agli utenti che, per l'ultimo biennio avevano detratto dai versamenti effettuati, l'importo relativo alla depurazione non dovuta. Tale modo di operare per una Società pubblica è sconcertante ed evidenzia che i diritti degli utenti possono essere continuamente lesi. A nostro avviso questi soldi dovranno essere rimborsati dal cda Sasi, composto da D. Scutti, G. Di Vito e V. Palmerio, e non dalle casse della Società, peraltro, in notevole sofferenza, poiché la responsabilità è soggettiva non avendo voluto, in maniera cocciuta, attenersi alla Sentenza della Corte Costituzionale".

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