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Economia

Confcommercio contro il Campus Automotive: la lettera alla Regione

Per il presidente Allegrino "manca un chiaro piano di gestione finanziaria. Ciò che dobbiamo evitare di realizzare è l'ennesimo carrozzone a beneficio di pochi e a spese di tutti i contribuenti"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ChietiToday

La Giunta Regionale, con propria delibera del 2 ottobre scorso, ha individuato la Camera di Commercio di Chieti quale ente incaricato della realizzazione, gestione, sviluppo del Campus dell'innovazione automotive e metalmeccanica, in Val di Sangro.

Questo progetto, presentato da imprenditori privati, si prefigge di promuovere lo sviluppo nel settore automotive abruzzese, con costi a carico della Regione Abruzzo, e quindi di noi contribuenti, con un primo finanziamento pari a 45 milioni da coprire per l'85% con fondi FAS.

Lo scorso 30.10.2012, il Consiglio della Camera di Commercio di Chieti, con  3 voti contrari, quelli dei rappresentanti di questa Confcommercio, ha, tra l'altro, deliberato di stanziare 3 milioni di euro in tre anni al fine di sostenere il Campus dell'Automotive.

Da questa esposizione sintetica dei fatti, emerge che due enti pubblici , la Regione Abruzzo e  la Camera di Commercio di Chieti, si propongono  di  impegnare, milioni di euro, concentrando, buona parte delle esigue  risorse pubbliche a disposizione per una sola tipologia di investimenti (industriale – automotive), si importante, ma non l'unica a cui gli Enti pubblici  dovrebbero indirizzare i propri interventi.
        
In questo momento di profonda crisi economica non ci si può più permettere di sbagliare e i progetti debbono essere chiari, comprensibili e portati avanti dagli Amministratori Pubblici come un buon padre di famiglia, valutando costi e benefici.

Tale massiccio investimento sul Campus dell'Automotive, oltretutto, è anche stato programmato fuori tempo massimo, un discorso del genere poteva reggere sino a 5 anni fa quando il settore andava ancora bene, ma oggi non ha senso.

    Il nostro territorio, ha esigenze diverse, deve essere adeguatamente sostenuto nella sua totalità, senza dimenticare gli altri settori (commercio, agricoltura, artigianato e turismo). Si intravede all'orizzonte una sorta di monopolio dell'industria che non può andare bene  nella Regione dei Parchi, conosciuta nel mondo per il mare, l'arte, la cultura, l'enogastronomia.
    
Riteniamo che le risorse debbono essere mirate su obiettivi di tutt'altra natura, si pensi ad esempio a valorizzare i porti di Ortona e di Vasto, così facendo ne trarrebbero immediato beneficio le medesime industrie della zona.     E'  necessaria la revoca della delibera in oggetto perchè non sono determinabili e non si conoscono le finalità del progetto e, soprattutto, non si conoscono i costi, pur esorbitanti, del medesimo.

Circa l'indeterminatezza delle finalità, si evidenzia che il progetto manca delle adesioni formali da parte delle aziende che dovrebbero trarre beneficio dall'investimento, sopratutto Sevel e NSG Pilkington, ciò alla luce delle note attuali difficoltà del mercato dell'auto e delle strategie studiate per farvi fronte. Nemmeno è dato sapere che cosa vuole fare la Fiat di questo progetto.Non conosciamo quali sono i vantaggi, le ricadute economiche, le  ricadute occupazionali e non sappiamo nemmeno chi gestirà il campus.

Circa l'indeterminatezza di costi, apprendiamo, sempre dagli organi di stampa, che è previsto un primo stralcio di spesa di 45 milioni di euro da finanziare con fondi FAS per circa 38 milioni di euro. Nulla si dice sul costo complessivo del progetto, atteso che i 45 sono soltanto il finanziamento iniziale.

Manca poi un chiaro piano di gestione finanziaria, l'assenza di uno studio relativo ai costi previsti ed ai ricavi stimati ingenera dubbi riguardo alle finalità vantate e fa soprattutto temere sulle possibilità di ritorni in termini di sviluppo ed occupazione. Ciò che dobbiamo evitare di realizzare è l'ennesimo carrozzone a beneficio di pochi e a spese di tutti i contribuenti.

 Dieci anni fa la Regione ha speso soldi per un parco tecnologico che è fallito perchè non si erano stabilite, a monte, le finalità. Non si era instaurato un rapporto con le università, per esempio, e le aziende private sono rimaste ai margini del progetto. Ci risulta, dalla lettura di alcuni organi di stampa, che addirittura ci sono già una ventina di giovani esodati.

Anche diversi Consiglieri regionali, hanno espresso le loro perplessità, presentando in Regione una serie di interpellanze per avere delucidazioni sul progetto dell'Automotive e, soprattutto, sull'impegno finanziario assunto dal governo regionale sul campus tecnologico. Gli esponenti della maggioranza hanno chiesto il blocco del Campus.
   
Per le ragioni su esposte chiediamo di riconsiderare  in via di autotutela la delibera suddetta.
 

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