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Economia

Coldiretti: attenti all'olio tunisino, in Abruzzo incremento record

Anche nella nostra regione è alto il rischio di moltiplicazione di frodi: spesso gli oli di oliva importati vengono mescolati con quelli nazionali

Dopo l’incremento record di importazioni di olio di oliva in Abruzzo dalla Tunisia -  che in Abruzzo è quasi decuplicato passando da un valore di un milione e trecentomila euro nel 2014 ad 11 milioni di euro circa del 2015 secondo una elaborazione su dati Istat - occorre evitare l’errore di un accesso temporaneo supplementare sul mercato dell'Unione di 35mila tonnellate di olio d'oliva tunisino a dazio zero, per il 2016 e 2017. Lo dice Coldiretti Abruzzo in riferimento alle modifiche approvate dall'Europarlamento al provvedimento che dovrà ora essere riesaminato dal Consiglio Ue.

Il nuovo contingente agevolato da 35mila tonnellate andrebbe ad aggiungersi alle attuali 56.700 tonnellate a dazio zero già previste dall'accordo di associazione Ue-Tunisia, portando il totale degli arrivi “agevolati” sul mercato comunitario oltre quota 90mila tonnellate, praticamente tutto l’import in Italia dal Paese africano. “Il rischio concreto in un anno importante per la ripresa dell’olivicoltura nazionale dopo il disastro del 2014, è anche per l’Abruzzo il moltiplicarsi di frodi – sottolinea Coldiretti Abruzzo – gli oli di oliva importati vengono spesso mescolati con quelli nazionali per acquisire, con le immagini in etichetta e sotto la copertura di marchi storici, magari ceduti all’estero, una parvenza di italianità da sfruttare sui mercati nazionali ed esteri, a danno dei produttori italiani e soprattutto dei consumatori”.

Per Coldiretti diventa dunque ancora più urgente “arrivare all’attuazione completa delle norme già varate con la legge salva olio “Mongiello”, la n. 9 del 2013, dai controlli per la valutazione organolettica ai regimi di importazione per verificare la qualità merceologica dei prodotti in entrata”. In proposito, Coldiretti Abruzzo inoltre consiglia al consumatore di adottare sistemi di autotutela del made in Italy, scegliendo oli Dop italiani o etichettati cento per cento italiani. In Abruzzo l’olivicoltura è uno dei comparti economici più importanti: basti pensare che conta 6 milioni di piante su circa 46mila ettari che rappresentano il 50% della superficie agricola arborea utilizzata, per un totale di circa 60mila aziende di cui 15mila coltivano prevalentemente olivo, oltre 300 frantoi e tre Dop presenti nelle province di Chieti (colline Teatine), Pescara (Aprutino Pescarese) e Teramo (Petruziano delle colline teramane). 

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