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Economia

"A Pasqua più carne d'agnello abruzzese per salvare il settore": l'appello di Cia-Agricoltori Italiani Abruzzo

Si prevede che quest'anno il consumo di ovini sarà dimezzato rispetto alle feste dell'anno scorso

“Più carne di agnello abruzzese nei menu delle feste”. È l'invito che arriva da Cia-Agricoltori Italiani Abruzzo a consumare un prodotto locale o nazionale. Al contempo, l'associazione di categoria chiede di individuare forme di sostegno per il settore ovi-caprino regionale, penalizzato dall'emergenza sanitaria ed economica. 

Da oltre un mese, infatti, anche in Abruzzo ristoranti, trattorie, agiriturismi, pizzerie sono chiusi, con un azzeramento dei volumi di affari e un enorme ridimensionamento del fatturato di chi fornisce prodotti agroalimentari quali, tra gli altri, formaggi freschi, pesce, carne.

E si prevede che il consumo di carne e agnello, normalmente concentrata per il 60% nel periodo pasquale, sarà dimezzato rispetto alla scorsa Pasqua. 

“Un consumo che sarebbe potuto essere soddisfatto con l'intera offerta regionale, se solo si fosse rinunciato ad importare un prodotto spesso qualitativamente non all'altezza di quello locale e nazionale”, sostiene il presidente Cia Abruzzo, Mauro Di Zio. L'associazione stima attualmente l’import di ovini al 75%, soprattutto da Paesi come Spagna, Romania, Estonia, Grecia, che non assicurano gli standard qualitativi della nostra pastorizia. 

Così, i 1.500 allevatori abruzzesi di 170.000 ovini si vedono pagati sottocosto i loro agnelli o sono costretti a tenerli in azienda aumentando a dismisura i costi. Ancora peggiore la situazione per gli allevatori dei 20.000 caprini, venduti quasi esclusivamente a Pasqua. 

“La pastorizia ha avuto nella nostra regione grande rilevanza nel recente passato ed esprime oggi importanza strategica per le aree interne del nostro Appennino in termini di salvaguardia della biodiversità svolgendo una insostituibile funzione ambientale di presidio e manutenzione del territorio”, continua Di Zio.

Infine, Cia rivolge un invito agli operatori economici del settore della carne ovina, affinché trasformino questo momento di grande difficoltà del settore in una grande opportunità di riorganizzazione e di rilancio.

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