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Chiusura ospedale militare: il grande progetto di riforma che penalizza solo Chieti

Allarme dei sindacati. Il Dipartimento di Medicina Legale chiuderà i battenti a settembre 2013. Entro il 2018 toccherà al Centro Documentale di piazza Garibaldi

Entro il 30 settembre 2013 il Dipartimento Militare di Medicina Legale di Chieti verrà soppresso a causa di un progetto più esteso di riorganizzazione della Sanità Militare diretto al risparmio delle risorse.

I sindacati di Cgil, Cisl, Uil e Flp sottolineano però come tale provvedimento dello Stato Maggiore sembra concretizzarsi nella sola chiusura e conseguente penalizzazione della struttura teatina. “Se da un lato – spiegano i segretari in una nota congiunta - la riforma della Sanità prevede sulla carta la soppressione dei Dipartimenti di Palermo, Torino, Firenze, Caserta dall’altro invece potenzia, nelle stesse sedi, i relativi poliambulatori aumentandone gli organici e i livelli dei servizi offerti: unica eccezione il Dipartimento di Chieti per il quale il provvedimento di soppressione riguarda la totalità dei servizi senza eccezione alcuna. Considerando che la soppressione del 123° Rgt Chieti è avvenuta nel corso del 2012, la soppressione dell’ex Ospedale Militare, ora Dipartimento Militare, è prevista nel 2013 e che anche il Centro Documentale di Piazza Garibaldi viene dato in chiusura per il 2018, sembrerebbe che nei confronti della città sia in atto una sorta di accanimento da parte della Difesa, teso ad annullare qualsivoglia presenza dell’Esercito”.

I sindacati fanno presente che dalla soppressione del Dipartimento di Medicina di Chieti e del Poliambulatorio deriverà il trasferimento fuori Provincia di circa 60 dipendenti con le relative famiglie e la perdita di un bacino di utenza tanto ampio da comprendere, oltre l’Abruzzo, anche il Molise, le Marche e parte dell’Emilia Romagna, utenza che quotidianamente si reca presso il Dipartimento usufruendo dei servizi offerti dalla città. Per dare una dimensione del fenomeno si pensi che nel corso del 2011 sono state effettuate circa 121.000 prestazioni di carattere medico-legale e sanitario.

“Tutto ciò – aggiungono - sta avvenendo nella più assoluta inerzia della politica locale e dei rappresentanti politici nazionali di riferimento che non hanno saputo difendere gli interessi di Chieti. Come conseguenza dell’immobilismo della politica locale nei confronti delle esigenze della città e dei lavoratori abruzzesi del Dipartimento di Chieti, si è reso necessario l’intervento della Funzione Pubblica per consentire un utile reimpiego dei dipendenti della Difesa presso altre Amministrazioni locali, onde evitare un trasferimento di massa dei lavoratori di Chieti in altre province. Queste OO.SS. – concludono - auspicano una concreta presa di posizione di tutte le autorità politiche e sociali, affinché il Dipartimento continui a svolgere la propria opera  a Chieti prima che l’ennesima storica istituzione cittadina venga definitivamente cancellata”.

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