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Economia

Casartigiani presenta un'istanza di vaccinazione per la categoria: "Per noi non esiste smart working"

"Esposti al rischio di contagio in abitazioni private, uffici" motiva il presidente Fabrizio Bomba chiedendo la vaccinazione degli operatori dell'artigianato

Una lettera indirizzata ai ministri, al presidente della Regione, all'assessore regionale alla Sanità, al presidente e al direttore delle protezione civile per chiedere di vaccinare gli operatori dell'artigianato "in quanto esposti al rischio di contagio presso abitazioni private, uffici pubblici o aperti al pubblico o strutture protette".

A inviarla è il presidente di Casartigiani Provincia di Chieti, Fabrizio Bomba, in rappresentanza di piccole e medie imprese associate.

"Alcune attività artigianali - scrive Bomba -, in quanto di pubblica utilità e necessarie, sono state annoverate tra quelle che possono restare aperte anche durante il lockdown totale o sono coinvolte a sostegno delle emergenze. Alcuni accordi commerciali inoltre prevedono l’obbligo di reperibilità in caso di emergenza. Non ultimo l’obbligo etico morale di prestare la propria attività, in casi di necessità ed in qualsiasi condizione. Si pensi, a titolo di esempio, al lavoro ed alla dedizione di un manutentore, di un elettricista, di un idraulico: il suo intervento, oltre a non conoscere orari, non può avere limitazioni o restrizioni di sorta, e spesso di traduce in risoluzioni di problematiche legate alla salute (es. riparazione di dispositivo medico), al benessere della persona (es. installazione di caldaia per il riscaldamento) o alle comunicazioni (es. installazione di pc, ora fondamentale per Dad e lavoro da casa).

Egli, per poter lavorare, non può trincerarsi dietro un pannello di plexiglass o usufruire dello “smart working”. Si adopera ogni giorno per raggiungere le abitazioni private, per natura non soggette a protocolli per la sicurezza - spiega ancora - e l’igiene e che, pertanto, costituiscono il primo caso di “cluster”. Il suo intervento è richiesto altresì da strutture pubbliche o aperte al pubblico (es. uffici pubblici, scuole, Rsa), che seppur disciplinate da una normativa anticontagio molto dettagliata, costituiscono spesso la sede dei focolai".

Succede quindi, come riferito da alcuni associati, che in piena pandemia, ci si trovi ad intervenire in una casa di riposo o presso l’abitazione di un anziano in difficoltà, affrontando la paura del contagio per sé ed i propri affetti, ma rischiando al tempo stesso di costituire un pericolo per l’utente.

Il presidente onorario di Casartigiani Chieti, elettricista, riferisce di comportamenti al limite del paradosso: "da un lato l’eccesso di zelo del cliente che si è
rifiutato di farlo entrare in casa per l’installazione dell’antenna, lasciando come unica possibilità l’accesso via balcone o di quello che pretendeva di farlo operare nell’abitazione indossando buste di plastica ai piedi, determinando in entrambi i casi l’impossibilità di effettuare l’intervento per ovvie ragioni di sicurezza. Dall’altro il comportamento di chi fa resistenza ad utilizzare i dispositivi di protezione, spinto forse da una minore percezione del pericolo nella propria realtà domestica, determinando così l’imbarazzante circostanza per l’artigiano di doversi rifiutare di operare di fronte a comportamenti scellerati".

Per questi a molti altri motivi Casartigiani Provincia di Chieti chiede di considerare nuove misure a tutela della categoria rappresentata, e di creare una corsia preferenziale per la vaccinazione . "Ciò  significherebbe non solo non incorrere nel rischio di contagiarsi e contagiare, ma anche la possibilità di lavorare in ogni circostanza, in un momento economico nel quale accettare o meno una prestazione determina la sopravvivenza di un’impresa nel mercato" conclude la lettera.

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