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Economia

Camere di commercio: una riforma stop and go

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ChietiToday

Il diritto annuale a carico delle imprese a favore delle Camere di Commercio è stato, con il D.L. n. 90 del 24 giugno 2014 e con la successiva legge di conversione, ridotto del 35% per l’annualità 2015, del 40% nel 2016 e del 50% nel 2017.
Questi tagli producono un effetto devastante sul funzionamento delle 105 Camere di Commercio italiane. Solo 57 delle CCIA riusciranno a sostenere tutti le spese per il personale e per il proprio funzionamento. Le rimanenti 48 Camere registreranno un “deficit strutturale”, che non consentirà loro di poter sopportare tutti gli oneri per il personale e le spese di funzionamento.
La CISL FP, congiuntamente alle altre OO.SS., nel luglio scorso ha promosso un incontro con tutti i Presidenti delle CCIA d’Abruzzo e con i rispettivi Segretari generali proponendo agli stessi di mettere in essere un processo di razionalizzazione del sistema camerale abruzzese, che prevede una sola Camera di Commercio regionale con quattro articolazioni territoriali. Ciò avrebbe comportato delle notevoli economie di scala soprattutto per quanto attiene la governance e  i consigli d’amministrazione, che passerebbero da quattro ad uno.
L’attuazione di un processo riformatore, che prevedeva l’obiettivo di un solo ente camerale per tutta la regione Abruzzo avrebbe prodotto nell’immediato anche notevoli risparmi dei costi gestionali.
Le Camere di Commercio abruzzesi si sono orientate verso un modello di riforma che prevede il mantenimento di due  Camere di Commercio, una di esse attraverso la fusione di quelle di Chieti Pescara, e l’altra attraverso l’accorpamento di quelle di L’Aquila e Teramo. Il risultato di questo progetto di riforma produrrà nell’immediato la nascita di una Camera di Commercio (Chieti -Pescara) con un numero di aziende iscritte appena sufficiente ad avere un equilibrio economico nel breve e medio termine, e l’altra (L’Aquila - Teramo) con un numero di aziende iscritte  meno di 80 mila, che potrebbe creare una situazione di deficit.
La CISL Abruzzo e la CISL FP considerano tale progetto quale condizione minimale necessaria per la sopravvivenza delle Camere di Commercio e del ruolo di servizio che svolgono a favore delle imprese e dello sviluppo del territorio.
La cronaca di questi giorni mette in evidenza che i contrasti all’interno delle governance stanno determinando dei ritardi, che rischiano di creare un danno irreparabile al sistema camerale e ai territori di Chieti  e Pescara, in quanto si perderebbero le risorse aggiuntive messe a disposizione dal Ministero dello Sviluppo Economico per le Camere di Commercio, che entro il 28 febbraio 2015, attueranno le fusioni nel rispetto della legge di riforma.
La politica regionale, da questo processo di riforma, che condizionerà lo sviluppo della Regione, non può rimanere assente.
La CISL chiede al Presidente, Luciano D’Alfonso, di convocare un tavolo di confronto per rendere la riforma della CCIA anche funzionale al processo di riordino istituzionale regionale ed evitare che l’Abruzzo, che vive una fase di profonda crisi, perda risorse per il proprio sviluppo.

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