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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia

Boom di depositi bancari e postali in Abruzzo, Cna: "Le banche hanno un tesoretto"

Lo studio della Cna evidenzia nel 2021 risparmi per quasi 32 miliardi

"Boom di depositi bancari e postali". Un vero e proprio "tesoretto" custodito dalle banche abruzzesi che potrebbe essere utilizzato per rilanciare la ripresa e i consumi. Tanti depositi custoditi nei conti correnti bancari e nei libretti postali detenuti dai risparmiatori abruzzesi; a fine 2021 valeva qualcosa come 31 miliardi e 834 milioni di euro, insomma una cifra enorme.

A rilevarlo è l’indagine realizzata da Aldo Ronci per la Cna Abruzzo su dati di Bankitalia sull’andamento del credito nell’anno passato. Uno studio che conferma un trend di crescita costante.

"Nel 2020 i depositi e il risparmio postale ammontavano in Abruzzo a 30 miliardi e 693 milioni di euro: c'è stato insomma un incremento, nel corso dei dodici mesi successivi, di un miliardo e 141 milioni, da imputare per la gran parte alle famiglie consumatrici che detengono il 78% dei depositi bancari e del risparmio postale. In percentuale, l’incremento sull’anno precedente è stato del 3,72%: una cifra importante, ancorché inferiore alla media nazionale che è attestata al 5,73%, motivo in cui ha probabilmente qualche ruolo anche la perdita di un sistema bancario locale".

Cinque anni fa, correva il 2018, la somma depositata era di 26 miliardi e 606 milioni di euro, con un aumento pertanto di ben cinque miliardi e 228 milioni registrato a fine 2021.

"L’incremento del risparmio, che stride invece con la contrazione del credito concesso alle piccole imprese, è stato certo provocato negli anni più acuti della crisi provocata dalla pandemia, dalla difficoltà materiale dei consumatori di potersi muovere per spendere parte delle risorse in loro possesso, con tante attività chiuse o altre, come il turismo, fortemente condizionate da vincoli e regole rigidissime - dice il presidente regionale di Cna Abruzzo, Savino Saraceni - adesso che la pandemia appare sotto controllo - aggiunge Saraceni – e nella speranza che il conflitto in corso possa chiudersi il più presto possibile, il problema è trovare forme di stimolo che permettano a questa massa di risorse di poter essere, almeno in parte, investite in qualcosa che vada oltre la mera rendita finanziaria, per far ripartire la domanda interna di beni e servizi. Si tratta, in definitiva, di ritrovare e ricostruire uno spirito di fiducia dei cittadini".

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