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"Costretti a saltare le corse dopo l'aggravio dei turni, non c'è tempo neanche di andare in bagno": nuovo grido di protesta degli autisti

I sindacati denunciano le condizioni di lavoro degli autisti de La Panoramica: "Sono addirittura peggiorate dopo il pesantissimo taglio dei salari e dopo il taglio dei contributi chilometrici da parte del Comune di Chieti" e chiedono un intervento concreto della politica

Nuovo grido di protesta da parte degli autisti della linea urbana teatina La Panoramica i quali, tramite le rappresentanze sindacali,segnalano un peggioramento delle condizioni di lavoro dopo il taglio dei salari.

"Alle grandi difficoltà economiche, si aggiunge un taglio dei servizi da parte del Comune, a nostro avviso, assolutamente sconsiderato e antitetico rispetto alle direttive del Governo relative alla pandemia da Covid19" evidenziano i rappresentanti sindavali Nicola D’Angelo (Fit-Cisl), Maurizio Pasqualone (Faisa- Cisal) e Nicola Grifone (Filt-Cgil) in una nota congiunta denunciando anche "un altro aspetto che aggrava ulteriormente la situazione degli autisti degli autoservizi urbani di Chieti: la rivisitazione e l’aggravio dei turni di lavoro conseguente al taglio dei contributi chilometrici da parte del Comune".

Per i sindacati "a nulla è servita la formale diffida a mettere in atto i nuovi turni di lavoro. Se prima gli autisti de La Panoramica viaggiavano ad una velocità commerciale tra le più alte d’Italia, adesso, con molta probabilità, potrebbero stabilirne il primato! I lavoratori si vedono costretti a saltare corse, già ridotte dal taglio dell’esercizio e a fare ritardi tutti i giorni sulle poche corse rimaste, nella totale indifferenza dell’ente concedente e dell’azienda, che sembra avere dubbi sulla serietà degli autisti e sulle cause oggettive dei loro ritardi".

Cisl, Cisal e Cgil si scusano con l’utenza per i disservizi "che sistematicamente avvengono a causa di una gestione del trasporto pubblico locale della città di Chieti, finalizzata esclusivamente a percorrere il maggior numero di chilometri nel minor tempo possibile per ridurre al massimo il numero di operatori necessari, tenendo quindi conto soltanto dei rimborsi chilometrici, e non della qualità e dell’efficienza che un servizio pubblico essenziale dovrebbe garantire. Se da una parte gli utenti hanno ragione a lamentarsi dall’altra non è possibile attribuirne la colpa al personale dipendente che continua a dare il meglio di sé ogni giorno. Poco importa se il parco rotabile è tra i più nuovi d’Italia perché gli autobus continuano a fare ritardo, a saltare le corse, ivi comprese soste solo formalmente previste, ma nei fatti non fruibili, neanche per il breve tempo necessario, ad esempio, ad espletare i bisogni fisiologici. Ai lavoratori - concludono - non resta che continuare a protestare con tutti i mezzi a disposizione, nella speranza che la politica intervenga finalmente con i fatti e non soltanto con sterili parole".

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