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Gli autisti de La Panoramica tornano a scioperare: “La strada si fa sempre più in salita”

I sindacati: "A nulla sono serviti i tentativi per addivenire ad un accordo con il datore di lavoro, dopo aver presentato una piattaforma di secondo livello al fine di far tornare nelle tasche dei lavoratori almeno buona parte dei 350 euro che La Panoramica sottrae ogni mese ai propri dipendenti"

Tornano a minacciare lo sciopero gli autisti de La Panoramica di Chieti dopo mesi di trattative non andate a buon fine.

Sono infatti trascorsi quindici mesi dalla formale disdetta di tutti gli accordi sindacali di secondo livello. “Da allora, purtroppo, nulla è cambiato per i lavoratori de La Panoramica – evidenziano i sindacati Filt-Cgil, Fit-Cisl e Faisa-Cisal - a nulla sono serviti tutti i tentativi fatti per addivenire ad un accordo con il datore di lavoro, dopo aver presentato una dettagliata piattaforma di secondo livello al fine di far tornare nelle tasche dei lavoratori almeno buona parte dei 350 euro che La Panoramica sottrae ogni mese ai propri dipendenti, a partire dallo scorso novembre”.

Nicola Grifone (Filt-Cgil), Nicola D’Angelo (Fit-Cisl) e Maurizio Pasqualone (Faisa-Cisal) si dichiarano “profondamente indignati a causa dell’atteggiamento finalizzato solo a guadagnare tempo che l’azienda ha adottato nei confronti delle parti sociali, non facendo altro che ledere la dignità e la fiducia di tutti quei lavoratori che ci hanno conferito mandato a trattare. Mesi spesi per cercare in tutti i modi di trovare una soluzione e per ottenere, alla fine, una proposta transattiva addirittura inferiore al 20 per cento delle competenze che da sempre venivano corrisposte in busta paga, e pertanto inaccettabile”. Nei prossimi giorni le organizzazioni sindacali i recheranno dal prefetto di Chieti e ricominceranno a scioperare.

“Auspichiamo che l’amministrazione comunale, che in campagna elettorale ci definiva vittime di un’azienda prepotente, e anche la Regione Abruzzo intervengano in nostro aiuto come è stato fatto per la città de L’Aquila. Non è accettabile – concludono - che a pagare il prezzo più alto siano sempre i lavoratori più fragili e più deboli, che nonostante le gravissime difficoltà, continuano encomiabilmente a svolgere il proprio dovere”.


 

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