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Economia

Un anno da dimenticare per l'artigianato: nel chietino - 69 imprese

Lo studio della Cna evidenza una fragilità del sistema di micro imprese che l’emergenza Covid ha messo ancor più in rilievo

Un 2021 da dimenticare anche per il mondo dell'artigianato abruzzese, con le imprese in caduta libera. Lo segnala uno studio della Cna Abruzzo realizzato da Aldo Ronci su dati di Movimprese: "All'appello, alla fine del 2021, mancano infatti 200 imprese, relegando la nostra regione al penultimo posto della graduatoria nazionale. Con le sole Marche in grando di far peggio di noi". Una fragilità del sistema di micro imprese che l’emergenza Covid ha messo ancor più in evidenza. Nel 2021 le iscrizioni sono state 1.414, mentre le cessazioni ben 1.614.

L'ultimo anno ha insomma confermato le tendenze negative degli anni precedenti con segno negativo nelle quattro province e punte a Chieti (-69) e L’Aquila (-60), con Teramo (-41) e Pescara (-30) a seguire. Performance negative, quelle dell'Aquilano e del Chietino che valgono in percentuale alle due province quint'ultimo e sest'ultimo posto a livello Italia. Quanto ai settori, a subire decrementi sono stati ovviamente un po’ tutti i comparti, con punte nelle manifatture (-93), dove a pagare di più sono stati abbigliamento, articoli in pelle ed alimentari, oltre che nella riparazione di auto e prodotti per la casa (-38). Meno evidente il calo nell’area delle costruzioni (-11), forse in ragione delle ripresa assicurata dalle misure legate al Superbonus.

"Il quadro che si delinea – spiega il presidente regionale della Cna Savino Saraceni, che da qualche settimana è anche vice presidente nazionale – è quello di una regione in evidente stato di sofferenza, e che proprio a causa di ciò avrebbe bisogno di misure rapide ed efficaci di sostegno. Purtroppo, assieme ad altre associazioni che rappresentano con noi il mondo della micro impresa, abbiamo dovuto constatare come spesso alle promesse non seguano in fatti: è avvenuto ad esempio per la legge regionale sul credito, approvata lo scorso mese di maggio dal Consiglio regionale, che benché forte di una cospicua dotazione finanziaria da 10 milioni di euro, tutti destinati a favorire l'accesso ai prestiti bancari con la garanzia offerta dai confidi, non è sin qui mai entrata in vigore. Di tempo per riparare ce n’è davvero poco, perché con l'inizio dell'anno sono state abolite tutte le moratorie legate ai prestiti e riavviato il pagamento di imposte e tributi: quanto basta per temere che, in assenza di interventi tempestivi, saranno in tanti stavolta a non farcela".

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