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Economia

Accesso al credito fermo al palo: la lettera di sette associazioni

Chiedono conto della legge regionale n.9 del 18 maggio 2021 per aiutare le piccole imprese nella ripresa con 10 milioni di euro

Una lettera firmata dalle sezioni regionali di Casartigiani, Claai, Cna, Confapi, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti per chiedere conto alla Regione Abruzzo della legge regionale sulle misure a favore delle micro, piccole e medie imprese, con particolare riguardo al settore della ristorazione, a quello turistico-alberghiero, alle filiere ad essi correlate operanti sul territorio.

La legge regionale n.9 del 18 maggio 2021 a quattro mesi dall’approvazione risulta al momento disapplicata.

La legge, denominata “Misure a favore delle micro, piccole e medie imprese, con particolare riguardo al settore della ristorazione, a quello turistico-alberghiero, alle filiere ad essi correlate operanti sul territorio della Regione Abruzzo nonché a favore delle imprese che hanno subito restrizioni previste per le "zone rosse" per effetto delle ordinanze del presidente della Regione”, era stata dotata di una copertura finanziaria di 10 milioni di euro, e concepita con un forte coinvolgimento del mondo produttivo abruzzese, sottolineato dal protagonismo e dal consenso dell’intera assemblea elettiva regionale.

"La legge è improntata a criteri importanti - sottolineano le associazioni -, in ragione dei motivi del tutto emergenziali che ne erano stati posti a premessa e fondamento, soprattutto perché ad esserne principali destinatari erano le imprese dell’artigianato, del commercio e del turismo. Motivi quali la difficile, se non drammatica situazione di molte di esse provocata dalla pandemia; la documentata difficoltà per un numero consistente di loro ad accedere al credito garantito attraverso il Fondo centrale di garanzia; la necessità di far fronte alle emergenze di carattere finanziario e di liquidità; la ripresa del pagamento di tasse e imposte precedentemente bloccate; i benefici che gli investimenti effettuati avrebbero avuto sul sistema economico regionale; il coinvolgimento dei confidi che avrebbe consentito un effetto moltiplicatore delle somme stanziate.

Principi che, ad oggi, risultano purtroppo vanificati dalla stasi assoluta in cui versa la legge, di cui non è stato avviato alcuno degli atti indicati nel suo testo: il tutto senza che la Regione abbia avvertito il bisogno di darne spiegazione alla platea dei destinatari ed all’opinione pubblica".

Per le associazioni, dunque,"una situazione inaccettabile" e per questi motivi che chiedono "in primo luogo che siano spiegate le ragioni di questa inaccettabile stasi. Anche perché le risorse messe a disposizione erano quelle già in dotazione (e dunque disponibili) di un’altra misura, “Abruzzo Crea” che non aveva dato i risultati attesi. E poi chiediamo anche di procedere a compiere tutti gli atti necessari per mettere la legge in condizione di operare nel più breve tempo possibile.

E che dire, infine, dei 10 milioni di euro stanziati dal Cipe il 25 agosto del lontano 2018 per “l’Area Cratere” del Sisma 2009, ad oggi non ancora spesi e con la FIRA che starebbe ancora predisponendo il bando.

Questa volta - concludono -aspettiamo risposte concrete che per troppo tempo non ci sono state date".

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