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Giovedì, 30 Marzo 2023

Il dolce della tradizione abruzzese battezzato da d'Annunzio: il parrozzo

  • Categoria

    Dessert

40 grammi di mandorle armelline

40 grammi di mandorle dolci

60 grammi di zucchero

4 uova

80 grammi di burro

60 grammi di farina

60 grammi di fecola di patate

200 grammi di cioccolato fondente per la copertura

Procedimento

Prima si fanno bollire le mandorle armelline e quelle classiche in acqua abbondante, lasciandole sbollentare per circa 5 minuti. Una volta scolate, vanno spelate una per una e poi fatte asciugare. A questo punto si possono tritare insieme allo zucchero. Nel frattempo si fa sciogliere il burro in un pentolino. 

Dopodiché si separano tuorli e albumi, lavorando i primi aggiungendo a poco a poco lo zucchero e montando i secondi a neve. Ai tuorli si aggiungono le mandorle tritate, continuando a lavorare con la frusta. Poi si setacciano insieme farina e fecola in un recipiente a parte. Ora si possono unire le farine al composto, proseguendo a lavorare con le fruste, e il burro fuso in precedenza, finché il composto non risulta omogeneo. Si aggiungono gli albumi montati a neve e si versa tutto in una ciotola infarinata, livellandolo con una spatola e infornando a 180 gradi per un'ora.

Durante la cottura si fa sciogliere il cioccolato fondente a bagnomaria, che poi verrrà versato sul parrozzo e lasciato raffreddare.

La ricetta

Nasce nel 1920, quando il pasticcere Luigi D'Amico crea un dolce ispirato al "pane rozzo" di origine contadina, una pagnotta dalla forma semisferica, impastata con la farina di mais che le dava un colore giallastro. Per riprodurne le fattezze, usa le uova per il giallo e la copertura di cioccolato fondente, scura come la crosta bruciacchiata nel forno a legna. A questi due ingredienti abbina il semolino, la buccia di arancia o limone, le mandorle dolci e quelle amare. Elaborato il dolce, D’Amico lo invia all’amico Gabriele D’Annunzio, che allora si era già stabilito nella residenza di Gardone Riviera. E questi ne risulta entusiasta al punto che risponde all’omaggio con un sonetto, di cui uno stralcio viene ancora oggi riportato sulla confezione del parrozzo.

Nasce nel 1920, quando il pasticcere Luigi D'Amico crea un dolce ispirato al "pane rozzo" di origine contadina, una pagnotta dalla forma semisferica, impastata con la farina di mais che le dava un colore giallastro. Per riprodurne le fattezze, usa le uova per il giallo e la copertura di cioccolato fondente, scura come la crosta bruciacchiata nel forno a legna. A questi due ingredienti abbina il semolino, la buccia di arancia o limone, le mandorle dolci e quelle amare. Elaborato il dolce, D’Amico lo invia all’amico Gabriele D’Annunzio, che allora si era già stabilito nella residenza di Gardone Riviera. E questi ne risulta entusiasta al punto che risponde all’omaggio con un sonetto, di cui uno stralcio viene ancora oggi riportato sulla confezione del parrozzo.

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