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Cronaca

Tempietti romani nell'incuria, Vitale: "Responsabilità della Soprintendenza"

Il consigliere comunale fa alcune precisazioni sulle responsabilità che il Comune di Chieti avrebbe relativamente allo stato di incuria in cui versano Tempietti e Teatro romano

“Il Complesso dei Templi Romani e il Teatro Romano sono gestiti dalla Soprintendenza dei Beni Archeologici d’Abruzzo e non dal Comune di Chieti, pertanto anche la relativa pulizia spetta all’Ente citato” così il consigliere comunale Emiliano Vitale  replica ad alcune affermazioni a mezzo stampa sulle responsabilità che il Comune di Chieti avrebbe relativamente allo stato di incuria in cui versano le due strutture.

Più volte in passato l’amministrazione Di Primio ha richiesto alla Soprintendenza di gestire in modo decoroso la pulizia dei siti archeologici, salvo poi inserire il sito dei Tempietti nel piano di pulizia comunale. “Fino a qualche anno fa, tale luogo era considerato una vera discarica di carte e di rifiuti, nella fase attuale questa emergenza sembra essere scongiurata” precisa ancora Vitale aggiungendo che il Comune provvede in modo gratuito e a sue spese a ripulire l’area non sua competenza. “L’amministrazione Di Primio, fortemente interessata alla valorizzazione e alla fruizione del sito, nel 2012 ha sostenuto i pagamenti delle utenze con uno sforzo economico pari a circa 20 mila euro e, pur avendo in animo il rinnovo della ‘Convenzione in affidamento temporaneo del Complesso Archeologico’, trovandosi in ristrettezze economiche sta valutando la modalità più idonea di gestione per poter riuscire a coprirne le spese”.

Quanto al Teatro Romano “inaccessibile ai più ma non all’incuria”, il vice capogruppo del Pdl riferisce che il Comune non è mai riuscito a utilizzare il sito, pur avendone richiesto l’utilizzo. “Come tutti potranno ricordare, proprio nel corso dell’edizione del Presepe Vivente non solo fu vietato l’accesso a coloro che dovevano ripulire l’area ma anche ai numerosi visitatori accorsi per la manifestazione.

Una considerazione – conclude - a seguito di quanto precisato, la indirizzerei alla Soprintendenza:  abbiamo appreso che importanti risorse economiche sono state concesse all’Ente Ministeriale e con una parte di tali fondi sono state riaperte le Terme Romane senza, però, che alcuna comunicazione giungesse al Comune di Chieti, città che di fatto ospita le Terme. Mi chiedo se con la restante parte di tali fondi non si riesca ad ottemperare alla pulizia degli altri beni archeologici e soprattutto non si riesca sinergicamente a promuovere un’iniziativa unica nell’ottica di un più ampio programma di fruizione dei beni archeologici cittadini”.

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