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Cronaca

L’esame del Dna conferma: “I resti ossei trovati sulla Maiella sono di Valerio D’Ettorre”

Il fotografo di Chieti era scomparso sei anni fa in montagna. I resti erano stati trovati da un turista ad agosto 2020

L’analisi del Dna conferma che i resti ossei rinvenuti un anno fa sulla Maiella appartengono a Valerio D’Ettorre, l’indimenticato fotografo teatino scomparso sei anni fa.

La relazione del medico legale  Cristian D’Ovidio, come si legge oggi sul Centro, sugli esami svolti all’università d’Annunzio con la collaborazione dei genetisti forensi non lascia dubbi sulla paternità dei resti rinvenuti a oltre duemila metri d’altezza nei pressi del bivacco Fusco, nel territorio di Pennapiedimonte.

Gli accertamenti della procura hanno chiarito anche che la morte dell’ex fotografo del quotidiano Il Tempo è stata causata da un malore.

Valerio “Ventitrè”, come tutti lo ricordano a Chieti, aveva 59 anni nel 2015,  quando si persero le sue tracce poco tempo dopo la morte della madre: giorni e giorni di ricerche, nei pressi del Bivacco Fusco, dove era stato avvistato l’ultima volta a inizio ottobre, appelli a Chi l’ha visto e la speranza che via via andava scemando che il fotografo si fosse allontanato per rifarsi una vita.

Ad agosto dell’anno scorso un escursionista lombardo segnalò ai carabinieri il ritrovamento di ossa umane nei pressi del bivacco Fusco, accanto alle chiavi della casa di via Papa Giovanni XXIII di D’Ettorre.  

Seguirono le operazioni di recupero e il complesso l'esame del Dna. Oggi si chiude il giallo del fotografo scomparso su quella montagna che tanto amava.

Addio, Valerio.
valerio fotografo ch-3

(foto: A. Milazzo)

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