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Cronaca

Referti falsi via WhatsApp dopo gli esami: nei guai una ginecologa della Asl di Chieti

Nei suoi confronti, i carabinieri del Nas hanno eseguito un’ordinanza che dispone l’applicazione della misura interdittiva del divieto di esercitare l’attività professionale medica privata per un anno

Una ginecologa dipendente della Asl Lanciano Vasto Chieti è stata segnalata alla Procura della Repubblica di Chieti per truffa aggravata e falsità materiale commessa dal privato in atto pubblico aggravata.

A scoprirlo sono stati i carabinieri del Nas di Pescara, al termine di una complessa indagine nel settore dell’attività della libera professione medica e della diagnostica, partita dopo la querela sporta da una paziente. I fatti risalgono al periodo compreso tra il 2016 e il 2019.

La paziente, già visitata in precedenza dalla dottoressa presso la struttura pubblica dove presta servizio, si era rivolta a questa per una visita di controllo, tenutasi presso il proprio studio privato di Chieti. Visita durante la quale la ginecologa la sottoponeva anche a tampone vaginale per il “pap test”, conseguendo il pagamento della relativa parcella. Proprio il ritardo dell’esito dell’esame spingeva la paziente a contattare ripetutamente la ginecologa che, dopo vari solleciti, le trasmetteva via Whatsapp l’immagine del referto, riportante l’intestazione di un laboratorio analisi sito a Pescara. Una serie di errori presenti nel referto, facevano insorgere nella paziente il dubbio che vi fosse stato uno scambio di persona. Quando quest’ultima si è messa direttamente in contatto con il laboratorio analisi, ha infatti scoperto che il proprio nominativo non era presente nell’elenco dei test analizzati e refertati da quella struttura. Da qui la querela e le indagini dei Nas che hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico dell’indagata accertando la truffa. 

Le informazioni raccolte dalle persone informate dei fatti, la perquisizione locale eseguita nei confronti della ginecologa, la consulenza tecnica sul materiale informatico sottoposto a sequestro, hanno consentito ai militari di segnalare all’Autorità Giudiziaria numerosi episodi di falso, attraverso referti riportanti sia l’intestazione di un laboratorio analisi privato, che quella della UOC Anatomia Patologica dell’O.C. SS Annunziata di Chieti.

Nei confronti dell’indagata, le cui condotte penalmente rilevanti sono riferibili alla sola attività libero-professionale e non a quella di dipendente pubblico, il gip del tribunale di Chieti ha eseguito un’ordinanza che dispone l’applicazione della misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare l’attività professionale medica privata per un anno.
 

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