rotate-mobile
Cronaca

Trivelle: dalla corte costituzionale sì a referendum

La Consulta decide di ammettere il quesito referendario contro le trivelle, la parola ora passa ai cittadini. Il costituzionalista Di Salvatore: "L'Abruzzo oggi non ha fatto bella figura"

Sì della Corte Costituzionale al referendum sulle trivelle, sulla scia di quanto confermato già dalla Cassazione. Il quesito riguarda la durata delle autorizzazioni a esplorazioni e trivellazioni dei giacimenti già rilasciate. 

La notizia è stata accolta con soddisfazione dalle associazioni ambientaliste che da mesi stanno chiedendo a gran voce al Governo di dire basta alle trivelle.“La sentenza della Corte Costituzionale ci dà lo spunto per rilanciare richieste chiare al Governo: rigetto immediato e definitivo di tutti i procedimenti ancora pendenti nell’area di interdizione delle 12 miglia dalla costa (a cominciare da Ombrina) e una moratoria di tutte le attività di trivellazione a mare e a terra, sino a quando non sarà definito un Piano energetico nazionale volto alla protezione del clima e rispettoso dei territori e dei mari italiani” è il commento delle associazioni ambientaliste Greenpeace, Legambiente, Marevivo, Touring Club italiano e Wwf. “La Corte Costituzionale – aggiungono - oggi respinge di fatto i tentativi furbeschi messi in campo dal governo per eludere il merito della questione delle trivelle entro le 12 miglia; e rimette al giudizio dei cittadini quei meccanismi legislativi truffaldini con cui si è aggirato sino ad oggi un divieto altrimenti chiaro, lasciando campo libero ai petrolieri fin sotto costa”. 

“Il sì della Corte Costituzionale segna una ulteriore bocciatura per la politica energetica della Giunta D’Alfonso - sottolinea il delegato Abruzzo del Wwf Italia Luciano Di Tizio - come abbiamo ribadito più volte, il problema della petrolizzazione non inizia e non finisce con la piattaforma Ombrina Mare, ma è molto più ampio e merita un approccio differente e meno provinciale”.

Il costituzionalista Enzo Di Salvatore commenta invece la decisione della Giunta abruzzese di costituirsi col Governo contro le Regioni per i referendum davanti alla Consulta: ''L’Abruzzo non ha fatto una bella figura. E' probabile che il governatore abruzzese abbia messo in campo una specie di scambio col Governo: ti risolvo Ombrina e tu in cambio fai saltare il referendum. Non ha rispettato la democrazia, perché addirittura andare in giudizio contro le Regioni dopo aver promosso i quesiti? A quel punto poteva solo sfilarsi''.

Dal centrodestra gioisce anche l’onorevole Fabrizio Di Stefano, secondo il quale: “Vano è stato lo  sforzo di ruffianeria del Presidente D’Alfonso e della sua Giunta che proprio giorni fa, a tal proposito, hanno fatto un passo indietro. Colleziona un duplice schiaffo D’Alfonso:da una parte tradisce gli abruzzesi e le Regioni coordinate e dall’altra il suo voltafaccia non ha avuto un buon esito. Questo il giusto risultato per un comportamento vergognoso”.
 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Trivelle: dalla corte costituzionale sì a referendum

ChietiToday è in caricamento