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Cronaca

Sanità, Febbo: "Macelleria sociale nel chietino, quale disegno c'è dietro?"

Dopo l'esposto in procura che ha dato il via a un indagine, il presidente della commissione vigilanza convoca una conferenza stampa per fare il punto della situazione sui trasferimenti delle cliniche

Con il suo esposto presentato in procura lo scorso gennaio ha determinato l’avvio di un’indagine dei carabinieri dei Nas per stabilire la legittimità dei trasferimenti dei posti letto per acuti dalle cliniche teatine Villa Pini e Spatocco alle pescaresi Pierangeli e Villa Serena. E oggi (giovedì 3 marzo) Mauro Febbo, presidente della commissione regionale di Vigilanza, ha convocato una conferenza stampa per fare il punto sulla situazione ed esprimere gli ulteriori dubbi a riguardo. 

Parla di “macelleria sociale nel sistema sanitario”, che penalizzerebbe pesantemente la città di Chieti e l’intera provincia. Febbo parte dal presupposto che, se i posti letto sono stati spostati per rispondere alle direttive del decreto Lorenzi, che fissa a 60 il numero per acuti per le strutture accreditate, dal momento che Villa Pini ne aveva 59, sarebbe stato più semplice aggiungerne uno. Ma c’è di più: oggi la clinica Spatocco ne ha solo 44. “Dunque dovrà chiudere anche questa?”, si chiede. 

In più, Febbo torna su un dubbio già sollevato nei mesi scorsi e fatto presente anche in procura: “Perché - dice - se il decreto del commissario ad acta è stato firmato l’11 gennaio e reso noto solo il 20, già prima i suoi contenuti erano noti all’azienda e ai sindacati?”. Nel mirino l’accordo sindacale siglato il 4 dicembre, da cui però si è dissociata l’Ugl, che già teneva conto dei trasferimenti e un documento del 25 novembre 2015 in cui Synergo presenta una Cil (Comunicazione di inizio lavori) per interventi di edilizia libera in cui già si faceva riferimento alla “specifica normativa sanitaria in relazione all’ampliamento dei posti letto”. 

“Come facevano a saperlo - si chiede Febbo - quasi due mesi prima della pubblicazione del decreto commissariale?”. A quella richiesta rispondono il 20 gennaio due funzionari del Comune, spiegando che è “inaccoglibile”, perché si tratta di interventi di “trasformazione”. “Gli stessi tecnici - spiega Febbo - nel quadro di un efficientamento delle strutture collegate, si chiedono cosa resterà in capo alla struttura ex Villa Pini. Certo è che, a 60 giorni dal decreto commissariale, il sindaco non ha rilasciato nessuna autorizzazione”. 

Febbo punta il dito contro la Regione, che “improvvisa anche in Sanità” e si chiede come mai non si apra un confronto con l’ente per discutere della riorganizzazione. “In questo processo - dice è stata coinvolta l’università, la facoltà di Medicina, che è forte di una convenzione con l’ospedale clinicizzato di Chieti? Chieti ospita la facoltà di medicina che viene o no coinvolta?”.

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