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Cronaca Atessa

Sevel: ancora fuori i due lavoratori reintegrati dal giudice

I Comunisti Italiani denunciano il clima di tensione all'interno dell'azienda Fiat. Pronte le ingiunzioni di pagamento sugli stipendi

Il giudice del lavoro li ha reintegrati il 12 gennaio, ma la Sevel non li fa fatti ancora tornare in fabbrica: si tratta di due lavoratori interinali licenziati nel 2008 che avrebbero dovuto vedere convertito il loro contratto di due anni in altro a tempo indeterminato.

Sono i primi di 150 ricorrenti ad aver vinto la causa contro l'azienda, altri tre hanno ottenuto il reintegro da poco, nuove sentenze sono attese a maggio. E temendo un nuovo caso Melfi i Comunisti Italiani chiedono al presidente della Regione Abruzzo se intenda adottare iniziative nei confronti della Sevel.

Non basta, il consigliere regionale Antonio Saia ricorda un altro fatto registrato nella più grande fabbrica abruzzese, l'esclusione della lista Fiom dalle elezioni per il rinnovo della Rsa tenute pochi giorni fa. Due "gravi episodì che", secondo il consigliere di opposizione, "si inseriscono in un clima di tensione e di ricatto da parte di un'azienda che sta imponendo ritmi di lavoro fortemente usuranti".

"Non riusciamo a capire - interviene il segretario provinciale Fiom-Cgil di Chieti, Marco Di Rocco - perchè Sevel non reintegra i primi due interinali riammessi al lavoro dal giudice di Lanciano, i quali hanno avuto solo parziale risarcimento danni pari a sei mensilità arretrate. Finora nè lavoro nè stipendi". Secondo il sindacalista il problema è che "nel Gruppo Fiat vige una legge tutta privata voluta da Marchionne che va oltre quello dello Stato Italiano".

"I primi due riassunti - annuncia Di Rocco - stanno per inoltrare alla Sevel ingiunzione di pagamento sugli stipendi a decorrere da gennaio, quando fu decisa la nuova assunzione". (Ansa)

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