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Cronaca

Ingiunzioni di pagamenti non dovuti: Teateservizi condannata

Il caso di una pensionata assistita dall'avvocato Vacca, che si è rivolta al giudice di pace dopo aver chiesto invano l'annullamento in autotutela

Teateservizi condannata per aver inviato indebite ingiunzioni di pagamento ad una cittadina. La vicenda risale a pochi mesi fa, poco prima di Natale, quando una pensionata di Chieti, assistita dall’avvocato Marta Vacca, riceve nel giro di pochi giorni due cartelle di pagamento, con cifra che oscillano fra gli 800 e i 1.500 euro. 

Si tratta di un’ingiunzione di pagamento relativa al canone idrico del 2008 e della sanzione per violazione del codice della strada. Ma la signora sa di non dover pagare quelle somme. La proprietà in cui si troverebbe l’utenza di cui l’ente chiede conto, infatti, risulterebbe intestata al defunto marito: la signora, dunque, sarebbe solo un’erede, ma a quell’eredità ha già rinunciato. Tanto più che, sul documento, è indicato un nome sbagliato, che non corrisponde a quello del coniuge scomparso e oltretutto si riferisce ad una proprietà in cui l’uomo non ha mai vissuto, né tantomeno ne ha avuto diritti. Quanto alla violazione del codice della strada, la donna ha sì ricevuto la richiesta di pagamento, ma ha già concordato una rateizzazione con Teateservizi e la sta regolarmente saldando secondo gli accordi. 

Eppure, quelle cartelle arrivate pochi giorni prima di Natale la spaventano, al punto da spingerla negli uffici di via Vicoli, dove però non viene fatta chiarezza, ma le viene solo intimato di pagare entro i termini. 

Così, la donna decide di rivolgersi all’avvocato Marta Vacca, che fa un ricorso per l’annullamento in autotutela, senza ricevere alcuna risposta da Teateservizi, “sebbene avessi allegato tutti i documenti necessari, per dimostrare la rinuncia all’eredità e la rateizzazione della sanzione. A quel punto - spiega l’avvocato - per evitare che scadessero i termini per i ricorsi giudiziali, ci siamo rivolti al giudice di pace di Chieti: soltanto a giudizio incardinato, dopo la seconda udienza, l’ente esattore comunale ha annullato le cartelle. Entrambi i giudici che hanno trattato i due contenziosi hanno ritenuto che, non avendo Teateservizi annullato in autotutela le cartelle, la signora fosse stata costretta a munirsi di giustizia entro i termini. Di fatto, l’ente ha dovuto provvedere all’annullamento “gravato da totale e insanabile nullità”, spiega il legale e saldare le spese legali

La vicenda si sarebbe risolta positivamente, se non fosse che alla stessa cittadina difesa dall’avvocato Vacca sono arrivate altre due intimazioni di pagamento, sempre relative a quella proprietà che, in realtà, non è mai stata fra i possedimenti del compianto marito. Così l’avvocato ha ripetuto l’iter già seguito in passato: richiesta di annullamento in autotutela e, qualora non dovesse essere accolto, presenterà ricorso giudiziale prima della scadenza dei termini. 

E, stando all’esperienza professionale dell’avvocato Vacca, non sarebbe neppure il primo caso del genere: ad un’altra cliente, Teateservizi ha chiesto il pagamento della tassa dei rifiuti per un’immobile di proprietà del defunto marito, sebbene lei avesse rinunciato all’eredità tempo prima.

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