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Cronaca

Tari aumentata, il Tar annulla la delibera: "Gravi ripercussioni sulle casse del Comune", ma Di Primio minimizza

Il sindaco di Chieti fa presente che il tribunale amministrativo ha contestato la mancanza di un allegato alla proposta di deliberazione e che non verrà attuata alcuna azione correttiva". Le opposizioni: "L'aumento è illegittimo, ci saranno ripercussioni sulla situazione finanziaria"

E’ notizia di oggi la sentenza del Tar (la n.112/2018) che ha dichiarato la nullità degli aumenti tariffari della tassa sui rifiuti, la Tari, accogliendo il ricorso di alcuni consiglieri di opposizione e un piccolo gruppo di cittadini, rappresentati dall’avvocato Francesco Paolo Febbo.

In pratica il tribunale amministrativo regionale ha annullato la delibera di Consiglio Comunale del 31 marzo 2017 relativa all’approvazione del piano finanziario tariffe per l'anno 2017.

Febo: "Illegittime le richieste ai contribuenti"

A commentare è il consigliere di minoranza Luigi Febo, tra i primi promotori del ricorso: “Questa sentenza è l’ulteriore dimostrazione, se ce ne fosse ancora bisogno, dell’incapacità di
questa amministrazione comunale guidata dal sindaco Di Primio che avevamo ripetutamente avvisato, sia in Commissione che in aula. La sentenza – sottolinea Febo -  anche se di primo grado, è immediatamente esecutiva e i cittadini, a nostro sommesso avviso, ma esiste una discreta giurisprudenza in merito, sarebbero già da oggi legittimati a richiedere indietro le somme versate risultando a cascata illegittime anche e le iscrizioni nei ruoli delle tasse richieste ai contribuenti di Chieti per la Tari.

Ma, purtroppo, e di ciò sicuramente non gioiamo, gravissime, saranno, a nostro giudizio,   soprattutto le ripercussioni sulla situazione finanziaria del Comune già interessata da una devastante crisi di liquidità dovuta proprio all’incapacità di riscossione dei tributi”.


 Di Primio: “Nessuna azione correttiva”

Il sindaco Di Primio ridimensiona la sentenza evidenziando che l’opposizione gioisce su una vicenda meramente formale. “Il Tribunale Amministrativo Regionale per l’Abruzzo – spiega - pur confermando la bontà dell’impianto della delibera di Consiglio Comunale del 31 marzo 2017 contesta la mancanza di una relazione allegata alla proposta di deliberazione  del Piano Tari, esaminata dalla prima commissione consiliare nonché vistata dall’organo revisore, come sottolineato dagli stessi giudici amministrativi, ma che non sarebbe stata allegata alla documentazione predisposta per il Consiglio Comunale”.

Per il sindaco chi ha seguito la strada giudiziale rischia di provocare un danno ai cittadini: “Ricordo che la Tari è un servizio del quale bisogna coprire il costo per intero. In attesa del giudizio di secondo grado,in considerazione di analoghe esperienze in altri Comuni e dell’orientamento della giurisprudenza di gravame, gli uffici comunali evidenziano che non sarà necessario attuare nessuna azione correttiva".

LA SENTENZA TARI

M5S: "Effetto dirompente sul bilancio dell'ente"

Non hanno partecipato al ricorso con i colleghi di opposizione, ma ci tengono a ricordare le carenze del provvedimento e le tre questioni pregiudiziali sul tema respinte dalla maggioranza i consiglieri comunali del MoVimento 5 Stelle Ottavio Argenio e Manuela D'Arcangelo. "La nullità della dleibera di Consiglio sentenziata dal Tar è una decisione che avrà un effetto dirompente sul bilancio dell'ente – commentano – poiché gli aumenti erano stati decisi per far fronte al costo del servizio aumentato di ben 2 milioni di euro dovuti dal Comune a Formula Ambiente in virtù dell'atto transattivo che, già nel 2015, era stato oggetto di una nostra denuncia depositata alla Procura della Repubblica.

Soldi che adesso, verosimilmente, il Comune dovrà reperire attraverso il riconoscimento di un debito fuori bilancio visto che le somme non dovute e già pagate dai cittadini dovranno esser loro restituite.Questa decisione del Tar certifica, finalmente, come tutte le accuse di populismo e di incompetenza che ci sono state mosse in questi tre anni di consiliatura, soprattutto dal sindaco Di Primio, erano e sono totalmente infondate e meritano di essere rispedite al mittente. Un sSindaco e più in generale, una Giunta che non controlla l'operato degli Uffici comunali portando in approvazione del Consiglio provvedimenti illegittimi, è un sindaco totalmente inaffidabile e inadeguato a ricoprire qualsiasi ruolo politico-istituzionale".

E aggiungono: "Il Consiglio comunale deve essere messo nelle condizioni di sapere se l'unica strada possibile da percorrere è quella della procedura per il riconoscimento del dissesto finanziario, prevista dall'art. 244 del TUEL o se sussistono ancora margini di manovra per evitare il 'fallimento' del Comune. Di certo riteniamo ormai necessario cambiare radicalmente la politica perseguita dal nostro Comune e torniamo a chiedere a gran voce le dimissioni di questo sindaco”.

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