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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Tagliati gli stipendi ai medici specialisti che visitano in ambulatorio, ora l'assistenza è a rischio

La denuncia del sindacato dei medici Sumai, che spiega come la nuova giunta regionale non voglia annullare la delibera approvata da quella precedente, che sospende gli emolumenti per le attività specialistiche

Dopo l'annosa vicenda dei medici di guardia, che non visitano più in ambulatorio perché il contratto con le Asl non prevede la copertura ambulatoriale, si abbatte un'altra tegola sulla sanità abruzzese. Anche le prestazioni specialistiche, ora, sono a rischio, a causa di una delibera firmata dalla giunta regionale D'Alfonso tre giorni prima delle elezioni, il 7 febbraio scorso, che taglia gli stipendi dei medici specialisti ambulatoriali, sospendendo la quota dello stipendio legata all’Accordo Integrativo regionale. 

La denuncia arriva da Franco Longhi, segretario regionale del Sumai (Sindacato Unico Medicina Ambulatoriale Italiana e Professionalità dell'Area Sanitaria) e professionista in servizio nella Asl Lanciano Vasto Chieti. 

In particolare, gli emolumenti tagliati dalla giunta D'Alfonso pochi giorni prima di passare il testimone al nuovo presidente di Regione, sono quote erogate per effettuare le attività specialistiche che la Regione, attraverso le Asl, ritiene strategiche per garantire ai propri cittadini i livelli essenziali di assistenza, in base alla propria pianificazione sanitaria ritiene strategiche per garantire ai propri cittadini i livelli essenziali di assistenza.

Nonostante le numerose richieste del sindacato Sumai, la giunta attuale, guidata dal presidente Marco Marsilio, non ha sospeso l'esecutività della delibera né ha avviato la ripresa delle trattative per il rinnovo dell’accordo integrativo. 

E questa decurtazione sta penalizzando notevolmente l'attività professionale dei medici specialisti e l'assistenza sanitaria ai cittadini, come spiega Longhi: 

La cifra è consistente e va ad incidere sulla quota che la Regione eroga come compenso previsto dal vecchio accordo integrativo, di fatto tuttora vigente poiché il nuovo ancora non c’è. 

Questa delibera va a impattare su attività che noi continuiamo a svolgere, e su cui c’era l'accordo con la Regione. E, tra le altre, quella finalizzata all’abbattimento delle liste d’attesa. La Regione ha assunto un atteggiamento arrogante, come se il suo scopo nella trattativa fosse solo quello di sospendere i compensi e non, come sarebbe stato auspicabile, di migliorare l’assistenza ai cittadini. 

Essendo la delibera immediatamente esecutiva, noi continuiamo a chiedere alla nuova giunta di annullare quest’atto e di iniziare con noi una nuova trattativa che ci permetta, davanti ad obiettivi reali, di dare risposte ai bisogni di salute dei cittadini, programmando al meglio l’attività specialistica nei territori. 

Se siamo arrivati a questo punto, è perché finora la vecchia amministrazione ci ha proposto accordi privi di contenuti e con risorse economiche di molto inferiori, rispetto a quelle previste dal precedente accordo ad oggi vigente. Ci siamo trovati al tavolo un interlocutore sordo a ogni nostra proposta di mediazione. E tale atteggiamento è oggi fermamente riproposto dagli attuali amministratori regionali.

Noi, nel frattempo, nonostante la riduzione di stipendio, continuiamo a portare avanti i progetti su cui ci siamo impegnati, ma non sappiamo per quanto tempo ancora potremo continuare a farlo. Senza l’annullamento della delibera saremo costretti a sospendere la nostra attività e a rimetterci saranno i cittadini e i pazienti incolpevoli dell’accaduto. 

Voglio ricordare che i medici specialisti ambulatoriali e gli psicologi incontrano i cittadini con i loro bisogni di prevenzione, di diagnosi, di cura e presa in carico nei distretti sanitari, negli ospedali di comunità, nei serd, nei consultori, nelle carceri oltre che al loro domicilio nell’assistenza domiciliare. Insieme ai veterinari, impegnati nella tutela della sicurezza alimentare, sono gli attori di quella assistenza del territorio che nominalmente tutti gli amministratori vogliono incrementare. 

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