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Cronaca San Martino / Viale della Unità D'Italia

Arrivano da fuori regione per rapinare le Poste di San Martino, vengono bloccati dagli agenti della Mobile

Tre persone arrestate e una denunciata per la tentata rapina. I poliziotti stavano monitorando da qualche giorno i movimenti della banda, fermata mentre si accingeva a colpire

Rapina sventata, ieri pomeriggio (venerdì 23 giugno), all'ufficio postale di San Martino. Una banda arrivata da fuori regione stava per entrare nelle Poste di viale Unità d'Italia, ma gli agenti della squadra mobile di Chieti sono riusciti a fermarli in tempo. Nell'auto dei malviventi sono stati poi trovati una pistola replica senza tappo rosso, parrucche e fascette di plastica autostringenti. 

In manette sono finiti Romano Micconi, romano, vicino agli ambienti di estrema destra e della tifoseria romanista; Alessandro Surgo, nato a Battipaglia (Salerno) e Luigi Di Filippo, torinese. Tutti e tre sono già noti alle forze dell'ordine. Inoltre è stato denunciato a piede libero il teatino L.T., che avrebbe fornito il covo ai tre. 

I particolari dell'operazione sono stati forniti questa mattina, in una conferenza stampa, dal dirigente della squadra mobile Francesco Costantini, che ha lavorato in collaborazione con la questura di Pescara.

La mobile era venuta a conoscenza del fatto che il gruppo si stava dirigendo a Chieti e gli agenti hanno iniziato a tenerli sotto controllo, a maggior ragione perché uno dei tre era stato arrestato cinque anni fa proprio dalla squadra mobile teatina. Monitorando i movimenti di queste persone, hanno individuato uno dei tre alla stazione di Pescara, mentre aspettava che arrivasse con il treno il complice. 

Dopodiché tutti si sono spostati a Chieti e gli agenti hanno iniziato a monitorarli costantemente. Hanno così accertato il furto di un'auto e si sono accorti che la banda stava per entrare in azione perché, dopo aver coperto la targa del mezzo con una falsa, hanno iniziato a indossare le parrucche. A quel punto, gli agenti sono letteralmente saltati addosso ai tre, per bloccarli. 

Oltre al materiale che la banda aveva preparato per la rapina, sono stati sequestrati scanner, la targa falsa, alcuni cappelli da pescatore e silicone, con che uno dei tre stava usando per alterare i suoi tratti somatici.

Micconi, in particolare, viene definito come "violento", "persona molto pericolosa", uno "specialista delle rapine", considerato che cinque anni fa venne coinvolto in un episodio simile, anche questo sventato, a Città Sant'Angelo, ma fu poi assolto. Viene considerato il "coordinatore" della banda, perché era l'unico a conoscere il territorio, visto che diversi anni fa aveva anche lavorato a Chieti, come buttafuori in alcuni locali dello Scalo. 

L'ipotesi è che proprio lui abbia individuato l'ufficio postale in cui colpire, già preso di mira nell'agosto di cinque anni fa. Probabilmente è stato scelto come obiettivo perché si tratta di un ufficio piccolo e frequentato esclusivamente dai residenti della contrada di San Martino, ma in una posizione in cui è molto facile far perdere le proprie tracce, vicinissimo com'è al casello autostradale di Dragonara. 

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