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Cronaca Lanciano

Sito neonazista oscurato, denunciato un lancianese

C'è anche uno studente universitario della provincia di Chieti tra coloro che sono finiti nei guai a seguito dell'oscuramento di Stormfront. Al giovane, 25 anni, sono stati sequestrati il pc e vari supporti telematici

C'è anche un ragazzo della provincia di Chieti tra coloro che sono finiti nei guai a seguito dell'oscuramento del sito neonazista Stormfront, che tentava di fare proseliti, organizzarsi e fare il "grande salto", passando dalla teoria alla pratica. E' stato infatti denunciato un giovane di Lanciano di 25 anni, studente universitario a Pescara, cui la Digos della Questura teatina ha sequestrato il computer e vari supporti telematici. 

E' andata però peggio a un suo corregionale, il 23enne L.C., residente nel pescarese, che è stato arrestato insieme all’ideologo del sito D.S., 24 anni, residente a Milano, e al moderatore del forum D.M., trentenne della provincia di Frosinone. Lo stesso L.C. era uno dei moderatori di Stormfront. Le indagini della Digos di Roma, in collaborazione con la Polizia Postale e coordinate dal pool antiterrorismo della Procura di Roma diretto da Giancarlo Capaldo, hanno portato subito in carcere i responsabili, che vedevano il diverso, ebreo o immigrato, come il male assoluto, predicando la supremazia della razza bianca, l'istigazione al razzismo e al negazionismo. I naziweb volevano anche colpire i campi rom.

In cella anche un utente particolarmente attivo, M.V., 42 anni, residente in provincia di Como. Altri 17 cittadini, residenti in diverse località del Paese, sono stati denunciati a piede libero: diffondevano ideologie razziste e di supporto, anche di tipo economico, all’attività del sodalizio criminale. Tra di loro c'era, appunto, anche il 25enne lancianese di cui sopra. E pare che il sito fosse frequentato persino da minorenni. Gli utenti arrestati erano degli affiliati di serie A perché pagavano quote consistenti: più pagavi, più avevi la possibilità di far parte dell’inner circle, ovvero il circolo degli “eletti”.

L’attivismo dei quattro aveva portato anche a pubblicare on line la “lista di ebrei italiani” o di “delinquenti italiani”, cioè “quelli che favoriscono gli immigrati”. Tra loro il ministro Andrea Riccardi, il presidente della Camera Gianfranco Fini, il presidente della comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici, definito “il grande inquisitore”, giornalisti come Gad Lerner, Maurizio Costanzo o Alain Elkann, Carlo De Benedetti e Franco Bernabé, il sindaco di Roma Gianni Alemanno e anche magistrati.

 

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