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Cronaca San Giovanni Teatino

"Stop the Game", San Giovanni Teatino è contro le ludopatie

L'iniziativa è realizzata in collaborazione con l'associazione no profit "Collegamenti". In Abruzzo si spendono in media 917 euro a persona per le slot machine

Tre Comuni uniscono le forze per dire: "Stop the Game". A scendere in campo sono San Giovanni Teatino, Spoltore (Comune capofila) e Cepagatti, che in collaborazione con l'associazione no profit "Collegamenti" realizzano un progetto teso a contrastare le ludopatie, fenomeno in costante aumento che coinvolge quasi tutte le fasce sociali della popolazione, dai ragazzi a pensionati.

Basti pensare che in Abruzzo si spendono in media 917 euro a persona per le slot machine. "Collegamenti" è stata costituita nel 2006 con l’obiettivo di realizzare iniziative rivolte alla persona con finalità culturali, sociali e assistenziali.

“L’associazione si appresta a vivere il suo decennale dalla fondazione e in concomitanza con questo importante anniversario viene avviato un nuovo progetto davvero ambizioso, in cui per la prima volta più Comuni, seppur mantenendo la loro individualità scelgono un percorso comune di prevenzione e intervento contro il gioco d'azzardo patologico - spiega il presidente Antonio Maccarone, psicologo e psicoterapeuta - 'Collegamenti', con la sua équipe di sette psicoterapeuti, fornirà informazioni, sostegno, consulenza e, per la prima volta, anche cura psicoterapeutica. Gli utenti che accederanno non dovranno affrontare nessun costo, e questo grazie alla lungimiranza delle amministrazioni che hanno creduto in questo progetto”.

I servizi e i numeri - Il progetto "Stop the game" prevede, in sintesi, da parte di Collegamenti l'attivazione di un numero verde attivo 12 ore al giorno, di una chat istantanea per parlare con gli esperti, l'accesso a un portale informatico, un’opera di sensibilizzazione sul territorio con incontri nelle scuole e nelle realtà del territorio, la formazione di gruppi terapeutici che accoglieranno al massimo 10 persone per un periodo di un anno, una consulenza diagnostica a fine progetto e, infine, l'avvio gruppi di mutuo-aiuto. Nel biennio 2014/2015 l'associazione ha fornito altre 9mila ore di reperibilità telefonica, più di 300 ore di sportello d’ascolto, oltre 70 accessi agli sportelli d’ascolto e 1000 ore dedicate ai social forum e alle chat online. Il numero 333-9515430 è sempre attivo.

"Sono tante le storie drammatiche di persone piegate in due dal gioco, e poi svuotate di tutto: dai soldi alla dignità - aggiunge Marianna Piccioni, psicologa e psicoterapeuta - Persone che ottengono un soccorso dall’Asl oppure dalle associazioni, come la nostra, che mettono a loro disposizione un pool di esperti in grado di aiutarli a rompere la catena della dipendenza dal gioco".

La testimonianza di Luca: “Il mio vero tumore è il gioco” - A tale proposito la psicologa riporta la testimonianza di Luca, 35 anni: “Ho cominciato a giocare in adolescenza, tra amici, con il poker. Poi i miei compagni hanno abbandonato i tavoli e io ho cominciato con il poker on line. E’ stata la mia rovina. Mi sono isolato dal mondo, non ho più nessuno, ho perso i contatti con la realtà. Pensavo potesse diventare il mio lavoro. Nella vita mi consideravo uno stratega e pensavo di poterlo essere anche nel poker. Un anno fa sono stato affetto da una forma leucemica, ma il mio vero tumore è il gioco. So che è più facile curare la mia malattia che uscire dal circuito della dipendenza. I colori, l’odore del mio sigaro che mi accompagna nelle partite, il mio pc e poi quei suoni mi producono un'eccitazione tale che è davvero difficile smettere. Tuttavia, e con grande fatica, sono 2 mesi che non gioco e, poco alla volta, sto cercando di riprendermi”.

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