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Cronaca

Antichi manoscritti e un'anfora archeologica recuperati dai carabinieri: stavano per essere venduti illecitamente

Nei guai è finito un commerciante. A ricostruire la provenienza dei reperti sotto sequestro i funzionari della Soprintendenza archivistica e bibliografica dell’Abruzzo e del Molise e dell’Archivio di Stato di Chieti

I carabinieri per la Tutela del patrimonio culturale hanno sequestrato antichi manoscritti e un’anfora archeologica illecitamente sottratti. I militari del Nucleo Tpc dell’Aquila sono arrivati a trovarli grazie all’attività di monitoraggio delle vendite online volta al recupero di beni illecitamente sottratti.

I reperti si trovavano nell’attività di un commerciante di Montesilvano, dove i carabinieri hanno posto sotto sequestro un’anfora da trasporto di grandi dimensioni, ascrivibile al III-V secolo d.C. e di probabile provenienza nord-africana, posta in vendita online, qui sono stati individuati anche un tomo e due documenti manoscritti in latino. 

A ricostruire la provenienza del libro e della documentazione sotto sequestro hanno collaborato i funzionari della Soprintendenza archivistica e bibliografica dell’Abruzzo e del Molise e dell’Archivio di Stato di Chieti i quali hanno riconosciuto nel tomo un registro di corte locale di Torino di Sangro riguardante i contratti privati per compravendita di beni mobili e immobili, redatti dai giudici, contenente atti dal 1797 al 1801, con annotazioni successive fino al 1812. È costituito da 312 pagine numerate e appartiene al Fondo Corti Locali (1525-1808), attualmente conservato presso l’Archivio di Stato di Chieti e da cui mancava proprio la documentazione recuperata,databile agli ultimi anni del Settecento.

Il personale dell’Archivio storico diocesano della diocesi dei Marsi è riuscito invece a stabilire la provenienza degli altri due rari e preziosi manoscritti in latino, risalenti rispettivamente al 1831 e al 1839: il primo è una circolare di accompagnamento delle cedole delle Bolle della Santa Crociata, emessa dall’Arcivescovo di Napoli in favore del Vescovo dei Marsi in cui si fa riferimento a una raccolta di offerte per il sostegno all’attività dei Francescani e dei Cristiani in Terra Santa, il secondo manoscritto è risultato essere un elenco di nominativi e provenienze degli alunni seminaristi del 1839 riconducibile al seminario di Pescina, attivo fino al 1911. 
Dopo le indagini condotte dall’autorità giudiziaria è stato disposto il dissequestro del materiale e la restituzione del tomo all’Archivio di Stato di Chieti e dei documenti archivistici all’Archivio storico della diocesi dei Marsi.

Il reperto archeologico è stato consegnato alla Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per le province di Chieti e Pescara.

Il titolare dell’esercizio commerciale che deteneva illecitamente l’anfora e i documenti archivistici è stato denunciato per il reato di ricettazione. I carabinieri stanno cercando di ricostruire le dinamiche di asportazione dei beni dai loro luoghi di origine.
 

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