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Cronaca

Spese pazze al San Giovanni Battista: Febbo accusa il nuovo Cda

Il presidente della Commissione di Vigilanza punta il dito sulle spese della nuova gestione. Sul neo Cda pende anche il ricorso al Tar presentato dal Comune di Chieti lo scorso 22 febbraio

I dipendenti dell’Ipab San Giovanni Battista di Chieti sono senza stipendio da mesi, mentre i fornitori attendono i loro pagamenti. Eppure si continua a sperperare. A puntare il dito sulla nuova dirigenza dell’istituto in piazza Garibaldi è il presidente della Commissione di Vigilanza, Mauro Febbo.

Sotto accusa alcune ‘spese pazze’ “come quella deliberata il 22 gennaio scorso dal nuovo CdA dell'ASP (presidente Sandra De Thomasis, membri Stefano Seccia e Giuseppe Gianni Di Labio): a seguito degli innumerevoli pignoramenti presso terzi (la maggior parte dei quali deriva da azioni di recupero crediti da parte dei dipendenti), è stato affidato all’avvocato Ernesto Pagliaricci l'incarico di effettuare la ricognizione degli stessi al fine di individuare lo stato e dell’arte e della verifica delle azioni esecutive e risarcitorie a tutela dell’Ente. La spesa deliberata ammonta addirittura a 5.800 euro – riferisce Febbo -   ed è palese come ci si trovi di fronte a uno sperpero di risorse pubbliche in quanto per avere un quadro della situazione bastava chiedere ai precedenti legali, i quali avevano in carico le singole pratiche da cui erano poi scaturiti i pignoramenti, e conoscere così le ragioni della mancata opposizione agli stessi. O bastava farsi relazionare dall’Ufficio Amministrativo dell'Ente, che ben conosce il problema e la sua entità.

Si sarebbe scoperto – aggiunge - che molte delle controversie in corso con i dipendenti e molti dei pignoramenti che ne sono seguiti si sarebbero potuti evitare se solo si fosse dato corso a delle transazioni, come suggerito dai legali”.

Un’altra ‘spesa pazza’ denunciata dal presidente della Commissione di Vigilanza è quella relativa alla revoca di un incarico a un legale nell’imminenza del giudizio, assegnato per 3mila euro, e il contestuale affidamento ad un altro con spesa triplicata, di 10 mila euro.  

Intanto sul neo Cda dell’Asp 1 di Chieti pende anche il ricorso al Tar presentato dal Comune di Chieti lo scorso 22 febbraio contro la delibera con cui la Regione Abruzzo aveva formalmente costituito il consiglio di amministrazione dell’Azienda Servizi alla Persona: per l’amministrazione comunale l’atto palesa evidenti vizi di illegittimità, in quanto la designazione dei due componenti del Cda doveva essere riservata esclusivamente ai rappresentanti del Comune di Chieti in seno all’assemblea dei portatori di interesse in base, mentre hanno votato tutti i rappresentanti dell’assemblea.
 

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