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Cronaca

Sixty: cassa integrazione a rischio, la pioggia non ferma la protesta

L'azienda nega l'anticipazione in attesa dell'autorizzazione del giudice delegato, ma per i lavoratori si tratta di un'operazione che non intacca il patrimonio. I sindacati ricevuti da prefetto e questore

La pioggia battente non ferma i lavoratori Sixty, che stamani (lunedì 6 maggio) dalle 9.30 si sono riuniti in presidio di fronte alla sede della Provincia. L’ennesima protesta per non far cadere nel dimenticatoio una vertenza che va avanti da oltre un anno.

Al momento sono due le emergenze che hanno determinato l’ennesima protesta. Si avvicina la scadenza del 12 maggio, data entro cui solitamente l’azienda prevedeva a versare ai lavoratori l’anticipazione della cassa integrazione in deroga.

Ora, però, l’azienda sostiene che, essendo in concordato preventivo, spetta al giudice decidere sull’anticipazione, ma per i lavoratori la Sixty non ha bisogno di autorizzazioni. “La legge – spiega Marino D’Andrea, rsu Cgil – dice che il giudice deve tutelare i creditori mantenendo integro il patrimonio aziendale. L’azienda in concordato preventivo può mettere in pratica solo operazioni di ordinaria amministrazione, ovvero tutto ciò che non intacca il patrimonio”. Ed è proprio questo il nodo della questione.

“Il giudice deve intervenire per quanto riguarda operazioni di straordinaria amministrazione. Ma l’anticipazione della cassa integrazione è un’operazione che non intacca il patrimonio, dato che poi questi soldi vengono totalmente rimborsati all’azienda dall’Inps”.

E c’è il rischio di un altro dramma su cui i dipendenti del marchio tessile non vogliono che si abbassi la guardia. “Vogliamo ricordare a istituzioni, politica e cittadini – dice D’Andrea – che nel nuovo progetto dell’azienda sono coinvolti solo 50 lavoratori. Ne restano fuori 300 che non sanno che fine faranno”.

Al momento non c’è alcuna certezza. Durante il presidio i rappresentanti sindacali hanno incontrato per più di un’ora il prefetto, Fulvio Rocco De Marinis, e il nuovo questore, Filippo Barboso. Quest’ultimo ha invitato tutti a non esacerbare gli animi, evitando azioni inconsulte in attesa di ricevere la cassa integrazione straordinaria. Nel corso del pomeriggio i sindacati invieranno al prefetto una copia dell’esposto che hanno presentato l’anno scorso in procura.

Ma ad oggi centinaia di famiglie sono senza reddito, dato che hanno percepito l’ultimo stipendio per le prime due settimane di marzo, termine ultimo della cassa integrazione straordinaria. La disperazione e la rabbia, sotto i portici della Provincia, sono palpabili e c’è chi promette “non sappiamo cosa succederà, dopo”. Lasciando intravedere tutta l’incertezza di chi per anni ha messo professionalità e competenze al servizio di un marchio famoso nel mondo. Ma oggi rischia di non poter più neppure fare la spesa. “Non vogliamo influenzare il giudice”, precisa Giuseppe Rucci, segretario provinciale Filctem-Cgil, “ma vogliamo che tutte le parti in causa sappiano quali scenari potrebbero aprirsi”.

Intanto per giovedì (9 maggio) alle 17 al Polo tecnico della Provincia (via Nicolini) il coordinamento dei lavoratori ha organizzato un'assemblea per tutti coloro che in Abruzzo stanno perdendo la propria occupazione a causa della crisi economica. Un modo per unire la lotta di fronte alle molte emergenze occupazionali della regione, a cominciare dalla mancata copertura finanziaria della cassa integrazione in deroga per il mese di maggio.

Presidio lavoratori Sixty 6-05-2013 @Rapposelli

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