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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Tra Megalò e San Martino vietati pascolo e coltivazioni, il Wwf: "Chi controlla?"

Le aree sono contaminate dalla presenza di rifiuti di vario genere. L'associazione si chiede se proprietari e aziende che vi operano siano stati adeguatamente informati

Pascoli e coltivazioni in aree potenzialmente contaminate allo Scalo. Il Wwf Chieti segnala l'uso improprio dei terreni all’interno del Sito di Interesse Regionale Chieti Scalo utilizzati per coltivazione e pascolo, benché tali attività siano esplicitamente vietate in queste aree.

"Come evidenziano numerose indagini promosse dalla Provincia in collaborazione con il Comune di Chieti e l’Arta" spiega Nicoletta Di Francesco, presidente Wwf Chieti, in una nota "nell'area compresa tra il Megalò e San Martino sono presenti diffuse criticità ambientali che interessano suolo, sottosuolo e acque sotterranee. Rifiuti interrati misti, urbani e speciali sono stati trovati in diversi punti dell’area compresa tra il nucleo industriale e il fiume Pescara dove troviamo diversi siti industriali sia dismessi che attivi e un' ex discarica comunale per rifiuti urbani mai bonificata, in via Penne".

Nel 2008 il Comune di Chieti emanò con un'ordinanza (la n. 542 del 29/10/2008), tuttora in vigore, stabilente “il divieto d’uso potabile ed irriguo delle acque sotterranee emunte dalla fascia industriale di Chieti Scalo (dalla via Zittola – via Erasmo Piaggio, nei pressi del centro commerciale Megalò fino al IV salto Enel in località San Martino) e nella fascia agricola compresa tra la stessa zona industriale e il fiume Pescara, nonché il divieto di coltivazione e pascolo di determinate aree agricole in attesa di specifiche indagini ambientali delle aree a rischio potenziale di contaminazione”.

Le attività di indagine effettuate dalla Provincia di Chieti e dal Comune di Chieti nel 2010 evidenziavano criticità per diversi inquinanti e la presenza di rifiuti interrati sia di tipo urbano che speciale in più punti della piana alluvionale del fiume Pescara. I risultati analitici su alcuni siti rilevavano la presenza di contaminazioni soprattutto da alifatici clorurati cancerogeni (cloruro di vinile, tricloroetilene) e non (1.2 dicloropropano) con superamenti delle concentrazioni soglia di contaminazione anche importanti. Qui la normativa regionale del SIR di Chieti Scalo.

Ma chi controlla oggi il sito inquinato?

"Il Wwf chiede di sapere quali e quanti accertamenti siano stati effettuati, quali siano le verifiche svolte per impedire le attività vietate e, soprattutto, che cosa è stato fatto per scongiurare il rischio che prodotti potenzialmente contaminati siano immessi sul mercato con concreti pericoli per la salute pubblica" riprende Di Francesco "I proprietari e le aziende che operano nelle aree interessate sono stati adeguatamente informati? E ancora, che uso è stato fatto sino a oggi  dei prodotti agricoli e della pastorizia derivanti dall’area potenzialmente contaminata?".

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