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Cronaca

Settimana Mozartiana deludente: l'amarezza dei commercianti

Eventi che poco valorizzano la città e programmi diffusi con scarso anticipo: le riflessioni del consorzio Chieti c’entro

La Settimana Mozartiana che si è conclusa da una decina di giorni ha lasciato l'amaro in bocca a diversi commercianti del centro, rimasti delusi dagli scarsi risultati, specialmente in termini economici, che la manifestazione estiva di punta dell'amministrazione comunale di Chieti ha portato.

Ad evidenziarlo è il consorzio Chieti C'entro, tramite il suo presidente Gianfranco Cesarone. “La Settimana Mozartiana – spiega -  nonostante il ridimensionamento nel corso delle varie stagioni dell'originaria volontà culturale sul piano musicale rischia, sempre più, di trasformarsi in una pantomima, o cosa peggiore, in un melange scomposto che tende verso la tipologia della sagra paesana, cioè sempre più sentori di cucina, tra pizza, salsicce e pinte di birra, che buona musica ed eventi culturali collaterali che dovrebbero ben disegnare l'identità di una città che si vota per la cultura”.

La riflessione si estende più in generale sullo stato della città di Chieti. “Il depauperamento della qualità degli eventi – aggiunge Cesarone - ha trascinato con sé la cancellazione di quella particolare topologia che, normalmente, struttura manifestazioni di questo tipo, cioé in breve la scomparsa di luoghi della struttura urbana che negli anni avevano concorso alla riuscita anche scenica della manifestazione. Le belle visioni architettoniche, che solo determinati luoghi della città riuscivano nelle  notti estive a perimetrare per la musica, sono state consegnate alla memoria di un passato ormai spento. In questi luoghi solo l’apporto organizzativo ed economico dei gestori dei locali ha salvato l'atmosfera della manifestazione indirizzando la musica su altri livelli musicali, in questo caso particolare più abbordabili da un pubblico giovanile”.

L' associazione Chieti Centro, intenzionata a trovare valide soluzioni ai problemi che possono investire la struttura economica  della città, si chiede quali sono le cause politiche che hanno determinato questa posizione di quasi non ritorno e questo stato di indifferenza. “Sappiamo benissimo – conclude il presidente del consorzio -  che le responsabilità devono riguardare tutti i cittadini, nessuno escluso, ma anche determinare una qualità professionale per chi è chiamato ad organizzare la vita culturale di una città. La sola figura amministrativa, quale ad esempio quella dell'assessore alla cultura, non è più sufficiente. Come altre bisogna che essa si rivolga ai cosiddetti direttori responsabili che, con molto anticipo e con programmi attuabili, possono determinare la riuscita degli eventi proposti alla città”.  
   
 

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