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Cronaca

Rifiuti abruzzesi in Emilia Romagna, il Wwf: puntare sul compostaggio

Diversi Comuni costretti a conferire la frazione organica in Emilia Romagna, con forti aggravi per la collettività: per il Wwf è ora di puntare su compostaggio e aumento della differenziata

L’Abruzzo sempre più lontano dall'Europa in tema di rifiuti. In questi giorni diversi Comuni della Provincia di Chieti si sono visti rifiutare il conferimento dell'organico negli impianti del Civeta, "quasi tutte piene" e sono stati costretti a conferire i rifiuti in impianti dell'Emilia Romagna.

Una scelta che, dopo aver portato quasi al blocco della raccolta differenziata, ha portato notevoli aggravi ai bilanci comunali.

Per il Wwf si tratta di una situazione paradossale, "che penalizza proprio i Comuni più “virtuosi", e che dimostra le carenze della regione nello smaltimento della frazione organica. Il raggiungimento del 40% di raccolta differenziata - spiegano - non può essere considerato dall'assessore Di Dalmazio un successo, tanto da lanciare entusiasta  "un'ora della termovalorizzazione", che non serve e non risponderebbe alle esigenze impiantistiche dell'Abruzzo. Dovrebbe piuttosto ragionare su come portare la nostra regione agli standard e agli obiettivi italiani ed europei, dato che, raggiunto il 40%, resta ancora un 25% di ritardo dall'Europa e dalle esperienze italiane più avanzate".

Per l'associazione è necessario puntare sul compostaggio, invece di spingere nella creazione di inceneritori o di impianti di trattamento di rifiuti tossici e nocivi. "Efficienti impianti di compostaggio - sottolinea Ines Palena, presidente Wwf Zona Frentana e Costa Teatina - sarebbero in grado di sostenere i volumi di frazione organica conferiti dai Comuni del comprensorio, rendendo autosufficiente l'Abruzzo e i suoi territori e incentivando così i Comuni in ritardo sulla raccolta differenziata ad adeguarsi velocemente ai limiti di legge, senza penalizzare, ma anzi incentivando, le raccolte virtuose".

 



 

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