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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Renata Rapposelli è stata avvelenata? Al via gli esami tossicologici

Il giallo della pittrice teatina scomparsa e trovata senza vita sulle rive del Chienti. Il perito dovrà individuare eventuali tracce farmaci o sostanze

Sul cadavere di Renata Rapposelli, trovato il 10 novembre lungo le rive del Chienti a Tolentino, si cercano tracce di sostanze particolari o farmaci nel corpo. Il dubbio è che la pittrice teatina scomparsa dalle Marche, dove risiedeva, lo scorso 9 ottobre dopo aver fatto visita al marito Giuseppe Santoleri e al figlio Simone a Giulianova, sia stata avvelenata. Dubbio la quale dovrà rispondere il tossicologo forense Giampietro Frison, nominato dal pm Andrea Laurino. Frison, che si è occupato di alcuni accertamenti sul caso di Yara Gambirasio, ha 45 giorni di tempo per esaminare i reperti sequestrati a Tolentino sul luogo del ritrovamento del cadavere e alcuni reperti autoptici.

Secondo la procura la pittrice 64enne è stata uccisa: l’incarico affidato a Frison dovrà stabilire o escludere se la morte è avvenuta per avvelenamento.

Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire le ultime ore di vita di Renata Rapposelli, in contrasto con i familiari per questioni economiche.

Sequestrati cellulari e auto dei famigliari

Ieri i carabinieri hanno sequestrato due cellulari e quattro schede sim di Simone Santoleri, il figlio di Renata indagato insieme a suo padre Giuseppe per omicidio e occultamento di cadavere.

L’altro elemento di svolta potrebbe arrivare dagli accertamenti sulla Fiat 600 con cui Giuseppe Santoleri ha detto di aver accompagnato verso Ancona, ma fino a Loreto, la sua ex moglie dopo un litigio in casa di Simone. L’esame si svolgerà oggi nell’autorimessa giudiziaria di Giulianova, dove la vettura è tuttora sotto sequestro: iperiti cercheranno eventuali riscontri con il terreno di Tolentino.

    

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