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Cronaca

Il Tar sospende la nomina straordinaria della pediatra dopo il ricorso, guerra dei genitori a colpi di striscioni

Un'ordinanza del tribunale amministrativo ha obbligato la Asl a revocare la convenzione della durata di un anno con la professionista sanitaria che aveva incarico 500 piccoli pazienti, rimasti senza medico da un giorno all'altro

È guerra a suon di striscioni, a Chieti, contro una decisione del Tribunale amministrativo regionale, a cui è seguita l'applicazione obbligata della Asl. In ballo c'è un tema importante come l'assistenza sanitaria ai più piccoli e decine di genitori teatini gridano alla violazione del diritto fondamentale alla salute. 

La questione, delicata e tecnicamente complessa, nasce dalla delibera pubblicata dall'azienda sanitaria il 12 novembre, che sospende temporaneamente l'incarico conferito alla dottoressa Cristina Puglielli, pediatra di libera scelta nominata il 22 giugno scorso per un anno. Segue uno scarno avviso "per i pazienti in carico alla pediatra Cristina Puglielli", pubblicato sui social e sul sito dell'azienda sanitaria: 

A seguito dell'ordinanza del Tribunale amministrativo regionale n. 245/2021 reg. prov. cau n. 354/2021 reg. ric. pubblicata il 2 novembre 2021, i pazienti in carico alla dottoressa Cristina Puglielli sono invitati a effettuare una nuova scelta in favore di un pediatra dell'ambito di Chieti, non massimalista. 

Ma cosa prevede questa ordinanza del Tar di 10 giorni prima? La decisione della prima sezione (presidente Paolo Passoni, estensore Massimiliano Balloriani) accoglie il ricorso presentato dalla pediatra Rosalia Anna Forestieri contro la deliberazione del direttore generale della Asl del 22 giugno 2021, ossia quella che conferiva l'incarico straordinario di un anno a una quinta pediatra nel territorio di Chieti.  

Come ricostruisce l'avvocato Giuseppe Cantagallo, che ha curato il ricorso insieme al collega Fabrizio Rulli, è previsto che i pediatri in servizio nell'ambito territoriale di Chieti debbano garantire il numero ottimale di 2.400 bambini in età pediatrica da 0 a 6 anni, oltre a 180 bambini in esubero per escludere la possibilità di individuare una carenza straordinaria.

In questo caso, però, erano presenti 1.847 bambini in età pediatrica: "Un numero inferiore ai 2.400 + 180 oltre al quale era possibile individuare una carenza straordinaria", spiega.

Così, dopo la cessazione della convenzione della dottoressa Finizia Montefusco, sono rimaste titolari dell'incarico a tempo indeterminato le pediatre Laura Cianciosi, Alessandra Magnelli, Stefania Pezzolesi e Forestieri. 

Secondo la tesi poi accolta dal Tar, come spiega ancora l'avvocato Cantagallo "erroneamente la Asl aveva individuato una carenza che ha comportato la nomina straordinaria della dottoressa Puglielli". Ma il tribunale amministrativo ha accolto il ricorso, annullando questa nomina in via cautelare. L'ordinanza, immediatamente esecutiva, è stata recepita dalla Asl dopo 10 giorni: "L'azienda - puntualizza Cantagallo - si è esposta a un'azione di responsabilità, ma anche a eventuali danni se fosse accaduto qualcosa a un paziente".

L'udienza nel merito è stata fissata al 14 ottobre 2022, ma nel frattempo la Asl ha già deciso di ricorrere al Consiglio di Stato, ritenendo le motivazioni dell'ordinanza "non condivisibili, essendo illogiche e contraddittorie".

E non è escluso che anche i genitori si organizzano contro l'ordinanza del tribunale amministrativo. Dopo essersi trovati senza la pediatra di fiducia da un giorno all'altro, mamme e papà di molti dei 500 piccoli pazienti hanno avviato un tam tam sui social che ha generato centinaia di commenti di protesta. Nei pressi della sede Asl sono comparsi striscioni di protesta e un lenzuolo con un messaggio di affetto nei confronti della pediatra sospesa è stato affisso davanti al suo studio. 

Le lamentele sorgono dal fatto che, andando a scegliere un nuovo pediatra, ci sono posti per nuovi assistiti solo da una delle professioniste convenzionate con la città di Chieti: "Viene meno la libera scelta - protestano i genitori - e la perdita di un servizio fondamentale come il diritto alla salute dall'oggi al domani, in un periodo di emergenza sanitaria, nonché la continuità assistenziale per bambini affetti anche da patologie serie. Vogliamo la pediatra che avevamo scelto", tuonano le famiglie.

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