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Cronaca

"Non vogliamo morire di tasse", centinaia di commercianti in corteo

Consegnano simbolicamente le chiavi delle proprie attività alle istituzioni e invocano provvedimenti che sollevino i piccoli imprenditori dal cappio di canoni e balzelli. La prima manifestazione congiunta di Confartigianato, Confesercenti, Confcommercio, Cna e Casartigiani

“Non vogliamo morire di tasse”. È il grido disperato dei commercianti di Chieti e provincia, che per la prima volta questa mattina (mercoledì 22 gennaio) si sono riuniti nella prima manifestazione di protesta unitaria di Confartigianato, Confcommercio, Cna, Confesercenti e Casartigiani.

In centinaia si sono riuniti in centro storico per protestare contro il peso di tasse e balzelli che strozzano i piccoli imprenditori e mettono a serio rischio la loro sopravvivenza. “Siamo come Ercole con le sette fatiche alle prese con le imposte”, hanno ricordato. E ancora “La Tares ci ha condannato”, gridano da un manifesto con un inconfondibile cappio.  

Alla fine del breve corteo da piazza G.B. Vico a piazza Valignani hanno simbolicamente consegnato le chiavi delle loro attività a Comune, Provincia e Regione. Ma non sono solo i canoni fissi l’incubo per le piccole attività commerciali: pesa la concorrenza della grande distribuzione, che porta via clienti e guadagni ai commercianti, che ad armi impari cercano di sopravvivere.

“È la pressione fiscale più alta degli ultimi 20 anni e la più alta in Europa”, tuona Lido Legnini di Confesecenti. “La manifestazione di oggi serve a dire che la piccola impresa non riesce a sopportare qualunque aumento di tasse. Non è che non vogliamo pagare le tasse: è che non possiamo. Ogni giorno combattiamo con mille difficoltà, non possiamo combattere anche con la pubblica amministrazione”.

E alle istituzioni lancia un monito: “Senza il nostro lavoro non ci sarebbero Comuni e Province”. E poi via alle testimonianze di commercianti, artigiani e piccoli imprenditori schiacciati da una pressione fiscale che ha raggiunto in alcuni casi il 300 per cento.

Protesta Chieti 22.1.2014 / foto Rapposelli

Dopo la manifestazione i commercianti hanno incontrato il sindaco Umberto Di Primio nella sede del Comune. Il primo cittadino, esprimendo “la più profonda comprensione per il disagio che stanno vivendo”, ha assicurato che con i commercianti farà “fronte comune per esaminare insieme le future tassazioni”.

Per il 29 gennaio a Roma i sindaci d’Italia protesteranno contro l’attuale sistema di tassazione imposto dal governo e per chiedere di allentare la pressione fiscale sui cittadini. E si ritroveranno il 18 febbraio nella capitale le associazioni di categoria e i commercianti, manifestazione a cui il sindaco Di Primio ha promesso di partecipare.

E durante la manifestazione è emerso un piccolo giallo su un manifesto, firmato dal circolo di Chieti del Pd con tanto di simbolo, su cui compare un fotomontaggio con il sindaco Umberto Di Primio che impugna una pistola e accanto la scritta “Bomba Tares su Chieti il centrodestra salassa i teatini”. Ma il capogruppo Pd in consiglio comunale Alessio Di Iorio e il segretario cittadino Filippo DI Giovanni hanno preso le distanze dal manifesto, assicurando di non saperne nulla e di voler fare chiarezza per capire chi possa averlo preparato e affisso.

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