rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Cinque condanne e 25 assolti per la tragedia di Rigopiano, i parenti: “Amareggiati, ma è solo il primo round”

I 30 imputati tra amministratori e funzionari pubblici, oltre al gestore e al proprietario della struttura, erano accusati a vario titolo dei reati di disastro colposo, omicidio plurimo colposo, lesioni, falso, depistaggio e abusi edilizi

"Vergogna vergogna. Ingiustizia è fatta". Caos in aula dopo la lettura della sentenza di condanna pronunciata dal gup del Tribunale di Pescara, Gianluca Sarandrea per la tragedia dell'Hotel Rigopiano di Farindola, travolto e distrutto, il 18 gennaio 2017, da una valanga, evento in cui morirono 29 persone fra ospiti e dipendenti. 

Sono 25 le assoluzioni e cinque le condanne decise del gup di Pescara. I 30 imputati tra amministratori e funzionari pubblici, oltre al gestore e al proprietario della struttura, erano accusati a vario titolo dei reati di disastro colposo, omicidio plurimo colposo, lesioni, falso, depistaggio e abusi edilizi.

Alcuni parenti delle vittime sono stati trattenuti a stento dalle forze dell'ordine. 

LA SENTENZA

Due anni e otto mesi al sindaco di Farindola (Pescara) Ilario Lacchetta. L'accusa aveva chiesto per Lacchetta, sindaco attuale e all'epoca del disastro, 11 anni e 4 mesi.  Assolti, invece, l'ex prefetto di Pescara, Francesco Provolo e, l'ex presidente della Provincia, Antonio Di Marco.  

IL COMMENTO

A Chieti Today Alessandro Di Michelangelo, fratello di Dino il poliziotto teatino che ha perso la vita sotto le macerie insieme alla moglie, commenta: "Siamo arrivati alla fine all'epilogo di un percorso giudiziario durato sei anni che è finito nel modo più inaspettato. Resta il lavoro egregio della Procura della Repubblica: ho visto dagli occhi dei pm che subito dopo la sentenza erano sconfortati, amareggiati forse più di noi. Una sconfitta anche per loro che fa capire quanto amore e passione avevano profuso per questo processo.

C'è stato un atto di non presa di coscienza da parte di chi aveva il compito di di decidere di stabilire cosa veramente. Doloroso prenderne atto ma purtroppo va accettato: è un percorso giudiziario fatto per gradi e sicuramente, come hanno detto poco fa i legali e prima ancora i procuratori, si tratta del primo round. Ora dobbiamo ricaricare le pile e aspettare le motivazioni della sentenza che fra novanta giorni verranno pubblicate. Poi inizieremo un nuovo cammino con più forza e determinazione".

LE PAROLE DI MARSILIO

“La sentenza provoca dolore e sorpresa, e non possiamo non comprendere i sentimenti dei familiari delle vittime e dei superstiti. Nello stesso tempo, abbiamo il dovere come rappresentanti delle Istituzioni di rispettare la sentenza e di prendere atto della decisione del giudice. Naturalmente, per esprimere un giudizio più completo e valutare le eventuali ulteriori azioni che la Regione potrà e dovrà intraprendere, dobbiamo attendere la pubblicazione delle motivazioni, che leggeremo e studieremo con la necessaria attenzione”. Lo ha dichiarato il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Cinque condanne e 25 assolti per la tragedia di Rigopiano, i parenti: “Amareggiati, ma è solo il primo round”

ChietiToday è in caricamento