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Cronaca

Processo Bussi, ultimo giorno: le difese citano la guerra in Iraq

In Corte d'Assise a Chieti le difese, per giustificare il comportamento degli imputati e confermarne l'innocenza, stanno citando anche la guerra in Iraq con le illazioni sulle presunte armi chimiche. I pm hanno chiesto pene fino a 12 anni. Quello di Bussi è considerato il più grave disastro ambientale in Italia

E' iniziata questa mattina con le controrepliche delle difese l'ultima giornata del processo in Corte d'Assise a Chieti per la megadiscarica dei veleni della Montedison a Bussi sul Tirino (Pescara). La Corte d'Assise, presieduta da Camillo Romandini, in camera di Consiglio stilerà la sentenza dopo le ultime parole dei difensori dei diciannove imputati. I pm della Procura di Pescara, Giuseppe Bellelli e Anna Rita Mantini, hanno chiesto condanne che vanno dai quattro anni ai dodici anni per i reati di disastro ambientale e avvelenamento delle acque.

Dopo gli interventi delle difese i giudici si sono ritirati in camera di consiglio per la sentenza che non arriverà prima delle 17.

La vicenda della discarica di Bussi viene alla luce nel 2007 grazie ad un'inchiesta della Guardia Forestale che scopre l'interramento di migliaia di tonnellate di rifiuti tossici industriali e il conseguente avvelenamento delle falde acquifere potabili della Val Pescara. Sul banco degli imputati i responsabili a vario titolo dell'inquinamento e della mancanza di tutela ambientale. Procura e Avvocatura dello Stato sono state durissime nelle loro richieste ma, a quanto trapela dall'aula, le difese, per giustificare il comportamento degli imputati e confermarne l'innocenza, stanno citando anche la guerra in Iraq scatenata da Bush con le illazioni sulle presunte armi chimiche di Saddam.

Gli imputati sono 19, quasi tutti ex amministratori e vertici della Montedison, accusati di avvelenamento delle acque e disastro ambientale. Ventisette le parti civili, tra Regione, ministero dell'Ambiente, presidenza del Consiglio, Comuni, associazioni e ambientalisti. Diciotto le richieste di condanna e una quella di assoluzione.

 "L'acqua contaminata - si legge nella relazione dell'Istituto superiore di sanità depositata durante il processo - è stata distribuita in un vasto territorio e a circa 700mila persone senza controllo e persino a ospedali e scuole". Nella relazione del 30 gennaio 2014, basata sui risultati delle analisi dell'acqua campionata nel 2007, i consulenti sottolineano che "la serie di azioni poste in essere nel sito industriale e nella mega discarica hanno pregiudicato tutti gli elementi fondamentali che presiedono e garantiscono la sicurezza delle acque, determinando cosi un pericolo reale e concreto per la salute".

Quello di Bussi è considerato il piu' grave disastro ambientale che si sia mai verificato in Italia.

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