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Cronaca Lanciano

Premio Ilaria Rambaldi, due giornate di studio sulla prevenzione alle catastrofi

La quarta edizione della due giorni lancianese dedicata alla studentessa scomparsa nel terremoto del 2009 premierà tesi di laurea e giornalisti e racconterà quanto ancora c'è da fare per prevenire i disastri naturali

Due giornate di studio nazionali sulla prevenzione dei disastri ambientali, il 10 e 11 aprile prossimi, chiuderanno la quarta edizione del Premio nazionale “Ilaria Rambaldi”, promosso dall'omonima onlus, che ha sede a Lanciano.

Gli incontri – illustrati oggi (martedì 7 aprile) in conferenza stampa da Maria Grazia Piccinini, presidente della onlus e mamma di Ilaria Rambaldi, studentessa di Ingegneria morta nel terremoto del 6 aprile 2009 a L'Aquila - si terranno tutti nell'auditorio “Gennaro Paone” della Bper in viale Cappuccini a Lanciano. Il primo appuntamento è previsto per il 10 aprile, dalle 14.30, e verterà sulla “Prevenzione e riduzione del rischio sismico”. Durante questo incontro, che attribuirà anche crediti formativi ad architetti ed ingegneri, saranno consegnati i premi per i concorsi, indetti nell'autunno scorso, “Migliore tesi” e “Urbanistica in rosa”. Il premio “Migliore tesi”, destinato a tesi di laurea in Ingegneria Edile-Architettura, magistrale Civile e Ambiente e Territorio discusse nel biennio 2013-2014 e indetto insieme all'Università dell'Aquila, andrà a Emanuele Centi Pizzutilli, dell'Università degli Studi dell'Aquila. Il premio “Urbanistica in rosa”, riservato a giovani laureate nei settori Edile-Architettura, Architettura, Ingegneria civile e pianificazione, indetto insieme all'Istituto nazionale di Urbanistica, è stato assegnato ex aequo a Lucia Cinquemani, dell'Università di Bologna e a Carla Villani, dell'Università dell'Aquila. Menzioni speciali per Manola Colabianchi, dell'Università “La Sapienza” di Roma e per Marta Fabris e Anna Gatto, entrambe dell'Università IUAV di Venezia.

L'11 aprile, invece, dalle 9.30. focus su “Dissesti ambientali e tragedie umane. Il ruolo dell'informazione nella prevenzione”. Al convegno, che darà crediti formativi ai giornalisti, sarà presente anche Emanuela Guidoboni, storica, massima esperta dei terremoti e dei disastri in Italia. Lei racconterà la storia dei terremoti in Abruzzo. Durante questo incontro saranno consegnati i premi del concorso giornalistico “Ilaria Rambaldi”. Per la sezione video, tv e web, sarà premiato, per le proprie inchieste, Lucio Musolino, de “Il fatto quotidiano”, giornalista sotto scorta, che da anni combatte contro la 'ndrangheta in Calabria. Sarà poi consegnato un Premio alla carriera, “La farfalla dipinta”, ad un giornalista di cui non è stato reso noto il nome.

“Sarà una sorpresa, anche per lui”, ha spiegato Maria Grazia Piccinini che si è soffermata, a margine della conferenza, anche sul processo alla Commissione Grandi Rischi. “Uno scandalo quello che è successo – ha affermato – e lo dico come parte civile e come avvocato. L'assoluzione, in appello, degli scienziati della commissione, grida vergogna. Gli atti processuali, le carte in mano ai giudici, le intercettazioni, trasudano sangue, ipocrisia e vigliaccheria. Gli esperti della Grandi Rischi, riuniti il 31 marzo 2009 a L'Aquila, invitati dall'allora capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, a “tranquillizzare la popolazione”  sull'eventualità di una imminente scossa distruttrice, hanno responsabilità per quanto accaduto: per quelli che sono morti subito nel sisma, per le 309 vittime del disastro delle 3.32 del 6 aprile 2009, e per quelli, che non fanno statistica, ma che sono morti in seguito per il dolore. Loro, gli scienziati, avevano il compito di informare, di mettere tutti al corrente del reale pericolo, di esaminare scientificamente lo sciame sismico in atto da mesi. Invece si sono riuniti con lo scopo di “mettere a tacere gli allarmismi” e di “rassicurare”: questo hanno fatto e, loro, sono la concausa di una tragedia e di tanti lutti. Ma, in secondo grado, sono stati assolti (tranne De Bernardinis). Noi, parti civili, ci siamo opposti, e, grazie alla nostra resistenza, è stato presentato ricorso in Cassazione. Perché noi non ci stiamo a farci prendere a schiaffi, a non ricevere risposte alle domande, a non ottenere giustizia. Il tutto mentre la sofferenza, per la perdita dei nostri cari, sbatte, scuote, logora e tace nello stesso tempo”. 

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