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Cronaca Bucchianico

Premio “Giustolisi”, vince Federica Iezzi: medico-reporter di Bucchianico

Con i reportage sulle rotte migratorie tra Corno d’Africa, Medio Oriente, Afghanistan e Balcani pubblicati sulle pagine de Il Manifesto, si è aggiudicata l’edizione 2019 del premio

“Un premio davvero inaspettato”. Questo il commento della medico-reporter, Federica Iezzi dopo aver appreso di aver vinto il premio giornalistico intitolato a Franco Giustolisi . Con i reportage sulle rotte migratorie tra Corno d’Africa, Medio Oriente, Afghanistan e Balcani pubblicati sulle pagine de Il Manifesto, il cardiochirurgo pediatrico si è aggiudicata l’edizione 2019 del premio. Federica Iezzi è un medico cardiochirurgo pediatrico.

Nata a Chieti quarant’anni fa, ha vissuto a Bucchianico (“dove torno spesso e a cui sono legatissima”) fino al 2005, anno in cui si è laureata in Medicina e Chirurgia all’Università d’Annunzio, poi il trasferimento a Roma per la specializzazione in cardiochirurgia. Durante il percorso di studi, alla fine del primo anno di corso, diciannovenne, decide di prendere un aereo e partire per l’Africa come volontaria. Da sola. Lavora per tutta l’estate in un dispensario a Ouagadougou in Burkina Faso, con il compito di portare avanti progetti di vaccinazione nel Paese, occuparsi di un centro nutrizionale, di un centro materno-infantile e di un padiglione chirurgico. Quell’esperienza le ha spalancato le porte su un nuovo universo e le ha cambiato la vita. Da li in poi sono tante le missioni a cui ha partecipato: Sudan, Afghanistan, Bosnia, Mogadiscio attraverso “One Life onlus”,  l’associazione di cui è presidente.

Missioni Federica Iezzi - One Life onlus

“La professione di medico l’ho sempre immaginata così – racconta Federica Iezzi – ora lavoro agli Ospedali Riuniti di Ancona ma sono reduce da una missione nel campo rifugiati di Vucjak, nella Bosnia nord-occidentale unico campo in cui non sono presenti le grandi organizzazioni non-governative internazionali”.  Le missioni svolte attraverso la sua associazione prevedono, tra le varie attività, anche la formazione dei medici locali. Da ogni luogo insieme all’attività medica porta avanti quella di reporter. “Ho sempre amato scrivere – spiega la reporter – in un viaggio a Gaza (Afghanistan) ho conosciuto un corrispondente de Il Manifesto che mi ha proposto di raccontare quello che vedevo durante le missioni”.

Quelle inchieste le sono valse, appunto, il premio Giustolisi 2019 che la medico-reporter ha commentato sul suo profilo facebook:

"Mi è costato non poter entrare più in alcuni Paesi, 'nemici' di quelli in cui spesso non c'è acqua potabile da poter bere, in cui spesso non ci sono scarpe o coperte per le notti insonni, ma che nonostante le difficoltà sono la mia casa. Mi è costato spirali infinite di controlli, domande, interrogatori, ispezioni, visite in uffici reconditi di fatiscenti aeroporti, colloqui poco graditi con la polizia di frontiera. Ma le intimidazioni sotto qualsiasi forma, non mi hanno mai toccata".

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