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Cronaca

Il prefetto boccia l'ordinanza anti-cinghiali, ma la Regione promette modifiche al regolamento venatorio

Già entro fine anno, con la presenza di una rappresentanza dei sindaci in commissione, il documento potrebbe essere modificato. Ma i primi cittadini, riuniti stamani in un vertice in prefettura, non si arrendono e continuano a lottare contro la prolificazione degli ungulati

Il prefetto dice no all’ordinanza di abbattimento dei cinghiali firmata dai sindaci di Altino, Gessopalena, Roccascalegna, Lama dei Peligni, Torricella Peligna, Colledimacine, Taranta Peligna, Lettopalena, Palena, Civitella Messere Raimondo, Bomba, Fara San Martino, Sant’Eusanio Del Sangro, Palombaro, Archi, Casoli , Colledimezzo, Pennadomo, Atessa, Castelfrentano, Montebello sul Sangro, Tornareccio, Santa Maria Imbaro, Treglio, Fossacesia, Montelapiana, Montazzoli,  Borrello, Gamberale, Torino di Sangro, Monteferrante, Roio Del Sangro, Civitaluparella, Mozzagrogna, S.Buono, Villa S.Maria, Torrebruna, Fallo, Carunchio, Pietraferrazzana, Furci, Quadri, S.Giovanni Lipioni, Frisa e Ortona. Un documento che prevede l’abbattimento degli ungulati presenti nei territori comunali, ad esclusione dei nuclei abitati, a una distanza non inferiore a 150 metri dalle abitazioni. Questo il risultato dell’incontro che si è tenuto questa mattina (mercoledì 28 settembre), in prefettura, alla presenza del presidente della Provincia Mario Pupillo, dell’assessore alla Caccia Dino Pepe, del consigliere regionale Mario Olivieri, con i referenti di Asl, polizia provinciale, Forestale, e una folta rappresentanza dei sindaci interessati. 

Se da un lato i primi cittadini rivendicano un intervento urgente per un problema, quello dell’invasione dei cinghiali, diventato vera e propria emergenza, dall’altro il prefetto frena e chiede di evitare l’allarmismo. Sebbene la cronaca sia piena di incidenti causati proprio dall’incontrollato proliferare di cinghiali e di altri grandi animali fino ai centri abitati, a cui si aggiungono i pesantissimi danni all’agricoltura e, secondo alcuni sindaci, anche alla vegetazione di parchi e zone protette.

Nel corso dell’incontro, caldissimo a tratti, la Regione si è impegnata a cambiare il regolamento venatorio, che attualmente prevede che il selecontrollore possa sparare un solo colpo e soltanto nelle ore notturne. In più, ha accolto l’invito dei sindaci a far partecipare due di loro alla commissione che si occuperà di rivedere il regolamento. I tempi previsti, almeno da quanto emerso dal tavolo, dovrebbero essere rapidi: già da fine anno il regolamento venatorio dovrebbe essere modificato. 

I sindaci del chietino, che sono in contatto anche con quelli dei Comuni che non hanno firmato l’ordinanza, promettono però di non cedere e andare avanti nella lotta verso un’emergenza che, specialmente nelle zone interne, sta creando un problema dopo l’altro.

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