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Cronaca

La Cgil: "Centinaia di posti di lavoro a rischio nelle Asl"

Nella Asl Lanciano-Chieti-Vasto si riscontra una carenza di personale stimabile in 627 unità. Ieri l'audizione in V Commisione regionale

Carenze che comportano sospensioni e accorpamenti di reparti, mancato rispetto dei riposi obbligatori per il personale turnista e delle mansioni relative alla categoria professionali. Questi e altri i problemi dei lavoratori delle quattro Asl abruzzesi. Se ne è discusso ieri in Regione in V commissione consiliare Affari Sociali e Tutela della Salute dove sono state ascoltate Cgil, Fp-Cgil e dalla Cgil.

Nel corso dell’audizione i sindacalisti hanno illustrato le enormi criticità presenti come il fatto che nella Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila si riscontra una carenza di personale stimabile in oltre 630 lavoratori, nella Asl Lanciano-Chieti-Vasto in 627 unità, alla Asl di Teramo mancano 515 unità lavorative e in quella di Pescara 311. 

“Durante l’audizione – riferiscono - abbiamo discusso della bozza delle linee guida per l’applicazione della normativa in materia di stabilizzazione del personale del Sistema sanitario della Regione Abruzzo, linee guida illustrate ieri dall’assessore alla sanità Silvio Paolucci. Nel corso della discussione è emerso che per quanto concerne la stesura delle linee guida da parte dell’assessorato, l’indirizzo assunto dalla Regione potrebbe mettere a rischio il posto di lavoro di centinaia di lavoratori precari attualmente in servizio nelle quattro Asl.

Per parte nostra abbiamo ribadito che il principio di stabilizzazione deve salvaguardare le professionalità acquisite negli anni di servizio prestati presso le Asl, così da valorizzare l’esperienza delle tante lavoratrici e lavoratori che in modo continuativo hanno prestato la loro opera nel Sistema Sanitario regio Davanti ai sindacati la V Commissione ha assunto l’impegno di riconvocare i presenti a una prossima riunione alla presenza anche dell’assessore regionale alla Sanità, nelle prossime settimane".

Cgil Abruzzo, Fp-Cgil e Cgil Medici, in carenza di azioni concrete comunicano sin da ora che attiveranno ogni forma di protesta a difesa del diritto al lavoro e alla retribuzione del personale. Inoltre, tornano a chiedere una tutela maggiore per i tanti lavoratori precari che rischiano vedersi precluso il loro diritto alla stabilizzazione, dopo anni di servizio prestato.
 

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