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Cronaca Via Silvio e Bertrando Spaventa

Poste centrali a rischio chiusura, la commissione non decide

I proprietari dell'edificio di via Spaventa chiedono l'annullamento del vincolo ad ufficio del primo piano. In commissione Urbanistica tutti contrari tranne Di Felice (Pdl), che abbandona la seduta e fa cadere il numero legale

Le poste centrali di via Spaventa potrebbero chiudere, diventando l’ennesimo contenitore vuoto del centro città dopo la recente fine dell’ospedale militare nel cuore della villa. I proprietari della struttura, infatti, hanno chiesto l’annullamento del vincolo ad ufficio del primo piano dell’edificio.

Qualora una soluzione del genere fosse avallata, le poste centrali perderebbero la propria posizione e dovrebbero essere destinate ad un'altra zona della città. con tutto quel che comporterebbe in termini di perdita di posti di lavoro e flusso di persone sul colle. L’allarme di un’eventualità del genere arriva dal capogruppo Udc Alessandro Giardinelli.

Ieri (martedì 7 maggio) la commissione Urbanistica ha discusso di questa richiesta. I rappresentati di Udc, di Giustizia Sociale per la maggioranza e dell’Idv e di Chieti per Chieti per la minoranza si sono detti contrari all’annullamento del vincolo. Vorrebbero, insomma, che l’ufficio postale restasse in via Spaventa senza nessun cambiamento. Ma il consigliere Raffaele Di Felice (Pdl) la pensa diversamente dai colleghi di commissione e ha abbandonato la seduta, facendo cadere il numero legale. In assenza dei requisiti minimi, la commissione Urbanistica non ha potuto pronunciarsi sull’annullamento del vincolo, richiesta che la maggioranza avrebbe respinto.

Ma è certo che la vicenda farà discutere non poco, soprattutto considerate le perdite che negli ultimi tempi hanno colpito la città e di cui il colle soffre ancora oggi

Intanto Giardinelli sollecita a fare di tutto per salvare Chieti: “Se vogliamo percorrere una buona politica per la rinascita del centro storico – afferma – è necessario opporsi in tutte le sedi a decisioni politiche o amministrative che possano far allontanare dal centro uffici pubblici o sedi istituzionali, che in questo momento rappresentano l’ultimo baluardo ad una desertificazione incombente”.

Una decisione condivisa dal sindaco Umberto Di Primio, che pochi giorni fa ha annunciato che il municipio non si sposterà nella nuova sede, non ancora terminata, di piazza Carafa. Un trasloco costerebbe troppo alle casse comunali. E almeno per il momento tirano un sospiro di sollievo tutti coloro che avevano protestato a gran voce.

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