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Cronaca Centro

“Non ci sono servizi e locali per gli studenti”: il rettore Caputi sminuisce il centro storico, i teatini replicano

"Parole inaccettabili" quelle riservate a Chieti durante l'inaugurazione del polo didattico a Vasto secondo le associazioni, che invitano il Magnifico a fare un giro per il centro città

“I corsi di laurea del centro sono stati chiusi tutti. Non esistono servizi per gli studenti come pizzerie, locali di ritrovo, trasporti. Gli studenti sono ostaggio dell'università. Vasto invece è un punto strategico, che garantisce una buona offerta formativa e di vita, ed è indiscutibilmente un polo di attrattività”.

La critica non arriva da un universitario qualunque ma, stando a quanto riportato da Histonium.net, testata online del Vastese, sono le parole poco felici che il magnifico rettore dell’università d’Annunzio di Chieti, Sergio Caputi, avrebbe riservato alla città capoluogo che ospita l’Ateneo sin dalla nascita, durante l’inaugurazione della sede dei corsi di laurea in Infermieristica a Vasto. Parole ritenute inaccettabili da molti teatini che si augurano che le dichiarazioni del professor Caputi siano state travisate, come dice l’avvocato Stefano Marchionno, presidente dell’associazione Noi del G.B.Vico. 

"Venga fare una passeggiata tra i vicoli del centro, magnifico rettore"

“Se quanto riportato corrispondesse al pensiero effettivamente espresso dal prof. Caputi – afferma Marchionno - mi sento in dovere di fare alcune precisazioni e puntualizzazioni, in quanto è evidente che il magnifico rettore non conosca minimamente la città. Infatti, per dichiarare che Chieti non offra servizi agli studenti quali pizzerie o locali di ritrovo bisogna o essere in malafede, oppure ignorare completamente quanto realmente offra il capoluogo teatino in termini di svago. E non so quale delle due sia peggio.

Senza stilare la lista dei locali presenti nel centro storico perché sarebbe stucchevole, mi permetto di suggerire al magnifico rettore di farsi una passeggiata nel quartiere Santa Maria-Porta Pescara dove, tra ristoranti, trattorie, enoteche, pub, sono presenti quasi una ventina di locali; inoltre, partendo da piazza Trento e Trieste (la Trinità) e percorrendo corso Marrucino fino all'intersezione con via Arniense (Scardapane), si contano diverse pizzerie e gli studenti di certo non avrebbero problemi a fare un veloce spuntino. Per quanto concerne i mezzi di trasporto, è vero che l'ultima corsa che collega il Centro Storico con Madonna delle Piane parte alle 22:40, ma è altrettanto vero che si sta lavorando per prolungare le corse notturne fino alle 2. Come si può pensare di attrarre nuovi iscritti all’università se si dileggia e si fa cattiva pubblicità alla Città che dovrebbe ospitare gli studenti? Non sarebbe il caso, invece, di fare sistema rimboccandosi le maniche e remare tutti insieme verso la stessa direzione?

Marchionno conclude invitando il magnifico rettore “a frequentare il meraviglioso centro storico della città che orgogliosamente ospita la d'Annunzio offrendomi, se del caso, anche come Cicerone e, conseguentemente, a correggere il tiro delle sue dichiarazioni”.

Invece in tanti hanno scommesso sul centro snobbato dalle istituzioni

Anche Stefano Fagnano, ex gestore di un locale di Chieti, a nome della Magnifica Comunità Teatina invita il rettore a fare un giro in città. “Io spero che non abbia detto queste parole. Sarebbe grave. Per due motivi: innanzitutto - afferma - perché rivelerebbe il fatto che il signor rettore non si rechi in centro storico da anni, un centro che, nonostante tutto, dà segni di vita e di voglia di vivere che il signor rettore non conosce o ignora. Sarebbero gravi, le sue parole, anche per un secondo motivo: offendono ed umiliano il lavoro quotidiano, la passione di questi ragazzi che hanno scelto di investire nel centro storico cittadino. La parte della città più rischiosa per chi vuole aprire un'attività.

Che la stessa d'Annunzio ha abbandonato da anni delocalizzando rettorato e facoltà. Umiliano ed offendono quei ragazzi che combattono giornalmente contro la burocrazia, l'indifferenza, l'ostilità dei concittadini, le tasse e chissà quanto altro ancora. Si faccia un giro – incalza Fagnano - il signor rettore, per il centro storico della città che gli dà lavoro e prestigio. La città nella quale decenni fa la sua università è nata. E vada a parlare con i ragazzi che in Chieti credono nonostante tutto, e vanno avanti. Fregandosene di chi, come Lei, in Chieti non crede e non ha mai creduto. Aprendo attività in vicoli dove non passeggiava più nessuno e dove ora, specie d'estate, i giovani compresi i 'suoi' studenti vivono, socializzano, si divertono e tornano. La prossima estate, signor rettore, o anche in queste fredde serate, faccia un giro in centro storico e vada a stringere la mano a questi giovani imprenditori.

Perché potrebbero insegnarle qualcosa di importante: credere in questa città è un dovere ed un valore, e non un atto di coraggio”.
 

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