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Lunedì, 2 Ottobre 2023
Cronaca

"Ho ucciso l'orsa Amarena, ricevo telefonate di morte e non dormo da giorni"

Sono le parole di Andrea Leombruni, l'uomo che ha ucciso Amarena, l'orsa bruna marsicana madre dei due cuccioli che i guardiaparco del Parco nazionale stanno tentando di catturare con reti ed esche

"Sono tre giorni che non dormo e non mangio, non vivo più, ricevo in continuazione telefonate di morte, messaggi; hanno perfino chiamato mia madre 85 enne, tutta la mia famiglia è sotto una gogna".

Sono le parole di Andrea Leombruni, l'uomo che ha ucciso Amarena, l'orsa bruna marsicana madre dei due cuccioli che i guardiaparco del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, insieme ai carabinieri forestale dell'Aquila stanno tentando di catturare con reti ed esche.

L'uccisione è stata condannata dal presidente della giunta regionale, Marco Marsilio e da Lucio Zazzara, presidente del Parco nazionale della Maiella

L'autopsia sull'animale e gli accertamenti balistici dovranno tracciare la traiettoria del proiettile e appurare se sussistano le basi per configurare il reato di uccisione di animale per crudeltà e senza necessità. Intanto, Leombruni sta ricevendo minacce e vicino la sua abitazione è anche comparso un murale che ritraeva un cacciatore che spara con la scritta "giustizia", ma poi è stato cancellato con vernice rossa. 

"Mi sono trovato all'improvviso con un orso davanti e ho sparato verso terra"

"Ho sbagliato; l'ho capito subito dopo aver esploso il colpo... i carabinieri li ho chiamati io - continua Leombruni mentre piange rivivendo quelle immagini - ci devi passare per capire quello che sto provando ora". La famiglia è compatta attorno al commerciante. "Non è giusta questa violenza e questo martirio che ci stanno facendo, - commenta la moglie di Leombruni - c'è la Procura che indaga, sono loro i titolati a farlo, a giudicare, noi sicuramente saremo puniti e ripeto giustamente, ma perché dobbiamo vivere sotto scorta? Perché dobbiamo aver paura di vivere?".

Intanto il procuratore capo di Avezzano, Maurizio Maria Cerrato ha nominato due esperti: Rosario Fico anatomopatologo veterinario e Paride Minervini tenente colonnello dell'Esercito italiano, come perito balistico, e domani si terrà l'esame sulla carcassa.

"Io ho il porto d'armi, ma non vado a caccia da 25 anni, - continua Leombruni - è successo qui", indicando il pollaio, una struttura ben recintata con la rete anche nella parte superiore, dove si intravedono ancora le gocce di sangue di Amarena e le penne delle 13 galline mangiate dall'Orsa, "in uno spazio piccolissimo, io mi ero appostato per vedere chi fosse, mi sono trovato all'improvviso quest'orso ed ho fatto fuoco per terra, non ho mirato, il fucile aveva un solo colpo".

Gran parte dei cittadini si sono schierati in protezione dell'indagato Leombruni, altri invece no. "Siamo qui per proteggere una brava persona - quando i carabinieri che presiedono la casa di Leombruni, dopo le minacce di morte, lì fermano per identificarli - doveva esserci una manifestazione siamo preoccupati". Si riferiscono al sit-in organizzato dalle associazioni ambientaliste, ma poi cancellato dal sindaco Antonio Cerasani. 

Nel frattempo a San Benedetto dei Marsi si respira un'aria pesante, "È una brava persona, ha sicuramente sbagliato ma basta con la persecuzione e l'istigazione all'odio - dichiara un parente - Qui non siamo pro o contro un orso qui noi stiamo parlando di un padre di famiglia, un lavoratore che non esce di casa da giorni e sta come uno straccio buttato a letto, che riceve quotidianamente minacce di morte; questo murales è una vergogna spero lo rimuovano subito".

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