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Cronaca

Operazione anti-terrorismo in Abruzzo, Azione civile: "Altro che isola felice"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ChietiToday

Azione Civile, movimento politico fondato dall’ex pm e oggi avvocato antimafia Antonio Ingroia, condanna ogni violenza e terrorismo. Che sia politico, religioso o di altra natura. E per questo ringrazia magistrati e forze dell’ordine che sono stati impegnati nella recente operazione anti-terrorismo nella nostra Regione. Un’operazione importante che ha stroncato una minaccia alla democrazia e alla società tutta.

Un’operazione che ancora una volta dimostra quanto l’Abruzzo non sia isola felice ma teatro di trame e attività criminali. Già in passato ci sono state operazioni contro terroristi di matrice islamica, così come fu arrestato un trafficante di armi nel teramano anni fa vicino a persone implicate nei traffici denunciati da Ilaria Alpi. Attività il cui modus operandi, lo svela anche quest’inchiesta, non è molto diverso da criminalità di altra natura. Quest’operazione è nata da indagini sull’evasione fiscale e il riciclaggio di denaro per sostenere organizzazioni criminali. E’ storia di decenni e cronaca degli ultimi anni: in Abruzzo sono attivissime lavatrici di denaro sporco di mafie, colletti bianchi e trame varie. Per le quali agiscono collettori di finanziamenti a sostegno. Un vero e proprio “ventre oscuro” nel quale agiscono dinamiche che danneggiano la collettività e mettono a rischio la società tutta. Che siano terroristi “religiosi”, cartelli di corrotti e corruttori o mafiosi. In Abruzzo vengono quotidianamente riciclati patrimoni di camorristi, ‘ndranghetisti e mafiosi. Riciclaggio che si accompagna alla crescita di corruzione, narcotraffico, estorsioni, sfruttamento della prostituzione ed altri gravi crimini. Favoriti da “colletti bianchi” di varia natura che agiscono creando economie parallele e un forte tessuto criminale. Sul quale si è innestato anche una delle peggiori minacce della società odierna, il “terrorismo islamico”.

E deve far riflettere ancora una volta che l’organizzazione sgominata in Abruzzo intendeva sostenere armate in Siria, terra devastata e distrutta da una guerra dal 2011. Una guerra nella quale agiscono, sostenuti dall’estero, vari gruppi armati di rara ed efferata crudeltà. Gruppi che hanno avuto il sostegno, più o meno esplicito, di altri Stati della Regione e delle cosiddette potenze mondiali. Nel denunciare quel che succede in Abruzzo, nel porci come fermo argine ad ogni deriva criminale, antisociale e antidemocratica non possiamo mai dimenticarci che questa regione non è un’isola. Ma esiste ed interagisce in contesti nazionali e internazionali. Non possiamo quindi non dimenticarci le complicità o i silenzi dell’Europa e del mondo occidentale davanti ai massacri e alla crudeltà di Al Nusra e di altri gruppi terroristici in Siria, così come in Libia, Iraq, Afghanistan e altri Stati nel mondo.

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