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Cronaca

Omicidio Renata Rapposelli: iniziato il processo a marito e figlio

Prima udienza stamani in Corte d'Assise a Teramo; era presente solo Giuseppe Santoleri, che accusa il figlio Simone

È iniziato questa mattina, in Corte d'Assise, a Teramo, il processo per l'omicidio di Renata Rapposelli, la pittrice teatina trovata morta a 64 anni a novembre 2017, nelle campagne di Tolentino (Macerata), dopo che per un mese se ne erano perse le tracce. Gli imputati sono il marito e il figlio, Giuseppe e Simone Santoleri, di Giulianova (Teramo), arrestati a marzo dell'anno scorso per omicidio volontario e distruzione di cadavere in concorso. 

Il processo si è aperto con le eccezioni preliminari e le richieste delle parti. Si torna in aula il 21 febbraio, quando verranno ascoltati i primi testimoni della difesa. In aula era presente solo Giuseppe Santoleri, attualmente detenuto nel carcere teramano di Castrogno. Il figlio Simone, invece, si trova a Lanciano, nella casa circondariale di Villa Stanazzo. 

All'epilogo, gli investigatori erano arrivati dopo qualche mese di minuziose indagini, tramite testimonianze, ricerche telematiche, intercettazioni, analisi di dati e immagini, ricostruzioni. Secondo l'accusa, la donna è stata uccisa il 9 ottobre 2017, un mese prima del suo ritrovamento, il giorno in cui è andata dalle Marche nella casa dei familiari, con cui non aveva rapporti da tanto tempo. Pochi mesi fa, un nuovo colpo di scena: Giuseppe Santoleri ha iniziato ad accusare il figlio, discolpandosi dall'omicidio. Secondo quanto avrebbe raccontato, fra madre e figlio sarebbe nata una zuffa, degenerata poi nell'omicidio di Renata Rapposelli.

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