Omicidio Cianfrone: si cerca l'arma del delitto, la vittima raggiunta da quattro colpi di pistola
Anche i sommozzatori e i metal detector, a Spinetoli, per riuscire a trovare l'elemento chiave del delitto
Si terrà domani (sabato 13 giugno) l'udienza di convalida dei coniugi di origini tarantine Giuseppe Spagnulo e Francesca Angiulli, arrestati perché ritenuti responsabili di aver ucciso, mercoledì scorso, Antonio Cianfrone, l'ex carabiniere originario di Mozzagrogna.
I due sono accusati di concorso in omicidio aggravato dalla premeditazione e dall'uso di un'arma e di porto illegale della pistola del delitto. Proprio l'arma è al centro delle indagini, dal momento che non è ancora stata trovata.
I carabinieri del nucleo investigativo di Ascoli Piceno la cercano nell'abitazione della famiglia Spagnulo, a Spinetoli (Ascoli Piceno), località in cui da tempo viveva anche la vittima, ma anche nel deposito comunale in cui l'uomo arrestato laovrava come operaio. Intanto, i sommozzatori della guardia costiera stanno scandagliando alcuni canali, nell'ipotesi che l'arma sia stata gettata via in acqua.
In più, sono in azione i metal detector nelle campagne circostanti la pista ciclopedonale teatro dell'omicidio.
Intanto ieri, all'ospedale Mazzoni di Ascoli, è stata effettuata l'autopsia sul corpo di Cianfrone. Secondo l'accusa, a sparare sarebbe stato Giuseppe Spagnulo, che avrebbe fatto fuoco quattro volte, una di fronte alla vittima, tre alle spelle, mentre l'ex carabiniere tentava di fuggire.
Gli investigatori ritengono che i coniugi siano i responsabili non solo per le testimonianze visive di almeno quattro persone, ma anche per le immagini delle telecamere di sorveglianza, che avrebbero catturato i due nei pressi della pista ciclopedonale. Tra Cianfrone e i coniugi ci sarebbero state vecchie ruggini, su cui deve essere ancora fatta chiarezza.