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Cronaca

Chieti ancora sotto shock per l'omicidio allo Scalo, ma la politica tace

In tanti si sono sentiti abbandonati dalle istituzioni, polemizzando sulla mancata dichiarazione del lutto cittadino e sulle auto parcheggiate nella piazza della cattedrale, nonostante la prevedibile folla

Il giorno dopo il funerale di Fausto Di Marco, la città non si rassegna. Da un lato c'è l'indagine giudiziaria, con un giovane in carcere e gli investigatori che cercano di sciogliere tutti i dubbi irrisolti sulla notte fra sabato e domenica scorsi. Dall'altro, ci sono tanti cittadini, forse ben più della folla che ieri ha riempito piazza San Giustino, che si sono sentiti abbandonati dalle istituzioni in una delle pagine più cupe della storia cittadina. 

Mai, nella sua storia recente, Chieti aveva subito un delitto tanto atroce, quanto insensato. E l'orrore di ciò che è accaduto sabato notte in via Pescara ha spinto moltissimi a voler condividere il proprio sgomento e a cercare risposte, sicurezza, garanzie. Ma alla voglia di partecipazione dei teatini, anche quelli che non avevano mai conosciuto Fausto, non è corrisposta una presenza incisiva della politica. In molti, sotto i portici o sui social, hanno criticato la scelta di non dichiarare il lutto cittadino per il musicista ucciso, nonostante la città abbia deciso autonomamente di partecipare in massa al cordoglio

La politica - a parte il messaggio di cordoglio del sindaco Umberto Di Primio e il suo ringraziamento alle forze dell'ordine, e la proposta di una fiaccolata avanzata da Enrico Raimondi - ha taciuto. Ieri, alla celebrazione hanno partecipato l'assessore Mario Colantonio e alcuni consiglieri comunali, ma non c'è stata una presenza forte e visibile delle istituzioni cittadine, come in tanti avrebbero voluto. E le polemiche, a riguardo, sono fiorite da più fronti. Anche perché, la città si aspettava che, almeno per un evento tanto sentito, piazza San Giustino fosse liberata dalle automobili, flagello dell'area di fronte alla cattedrale. Ma così non è stato. Il silenzio dell'attesa del feretro, poi, è stato spezzato dai lavori in corso a palazzo d'Achille: cantiere in attività da tempo, ma che forse, secondo i più, si sarebbe potuto fermare almeno un paio d'ore.

Poco prima delle 15, la polizia municipale ha provveduto a sbarrare con le transenne le due vie di accesso alla piazza, ossia via Pollione e via Arcivescovado. Ma solo per non far entrare e girare a vuoto le auto in cerca di posteggio: quelle parcheggiate già da prima, sono rimaste ovviamente nella piazza, a far da contrasto con la folla enorme che l'ha riempita. C'è chi, invece, ha trovato in divieto di sosta, nei pressi della cattedrale, un verbale sotto il tergicristalli. "Ci voleva più comprensione - hanno gridato in molti - queste multe andrebbero annullate". Ma al codice della strada, pare, non si sfugge nemmeno nel momento del dolore più nero. 

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