Omicidio Paganelli, la difesa: "L'assassino era incapace di intendere e di volere"
Il prossimo 18 ottobre, con l'incidente probatorio, si decideranno le sorti di V.P., accusato dell'omicidio della 68enne Albina Paganelli, uccisa a coltellate nella notte tra il 14 e il 15 agosto nella sua casa di San Salvo
Tra due settimane si decideranno le sorti di V.P., l'uomo accusato dell'omicidio della 68enne Albina Paganelli, uccisa a coltellate nella notte tra il 14 e il 15 agosto all'interno della sua casa di San Salvo, in via Fedro.
Secondo gli avvocati Clementina De Virgiliis e Fiorenzo Cieri, che difendono V.P., quest'ultimo era incapace di intendere e di volere quando penetrò nell'abitazione della signora Paganelli, in quanto soggiogato dagli stupefacenti.
Di parere opposto, invece, l'accusa, rappresentata dai pm Giancarlo Ciani ed Enrica Medori, e la parte civile. Il 18 ottobre sarà una giornata cruciale perchè si terrà l'incidente probatorio, come disposto dal Giudice per le indagini preliminari di Vasto, Stefania Izzi.
Giovanni e Antonino Cerella, legali della famiglia Paganelli, hanno nominato due periti di parte. De Virgiliis e Cieri si sono invece rivolti a Vincenzo Vecchione, già al lavoro nel processo al killer del Circeo, Angelo Izzo. La parte civile, infine, ha nominato Vincenzo Mastronardi e Paolo Capri.
Per i pubblici ministeri Ciani e Medori, V.P., 28 anni, sarebbe colpevole di omicidio volontario premeditato, mentre i difensori del giovane puntano a far cadere i capi di imputazione a suo carico giocando la carta dell'infermità mentale: in quel caso, come facilmente prevedibile, il loro assistito non verrebbe condannato.
Attualmente, V.P. è rinchiuso in una struttura protetta; per lui è stata disposta la custodia cautelare lontano dal carcere di Torre Sinello.