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Cronaca

"Inquinanti trasportati sulla costa e nell'entroterra": esperti spiegano gli effetti di Ombrina Mare

La ricercatrice dell'università d'Annunzio, Loredana Pompilio, parla dello studio della multinazionale. Le osservazioni al progetto potranno essere presentate fino al 29 luglio

"Inquinanti trasportati sulla costa, fino a una distanza di qualche chilometro nell'interno, modificando in maniera importante la qualità dell'aria, nei casi di venti verso costa o di inversione termica nei bassi strati". Sarebbero questi gli effetti di Ombrina mare sul territorio abruzzese, in caso di condizioni meteorologiche particolari, secondo la ricercatrice Loredana Pompilio che ieri ha partecipato alla conferenza stampa convocata dal Wwf Abruzzo assieme al professor Francesco Stoppa. Entrambi del Dipartimento di Scienze Psicologiche, Umanistiche e del Territorio dell'Università Gabriele D'Annunzio, i due da tempo seguono il progetto Ombrina Mare.

Fino al prossimo 29 luglio sarà possibile presentare osservazioni alla procedura di Autorizzazione Integrata Ambientale avviata dalla Medoilgas Italia S.p.A. sull'istanza di concessione di estrazione idrocarburi liquidi e gassosi del giacimento a largo della costa teatina.

Loredana Pompilio, parlando dello studio della multinazionale, ha spiegato che "l'approccio alla simulazione della dispersione degli inquinanti atmosferici e alla conseguente degradazione della qualità dell'aria nelle aree limitrofe all'impianto non ha validità scientifica e non risponde a caratteri di obiettività ed accuratezza dell'analisi". Lo studio, infatti, secondo Pompilio propone "un modello di dispersione degli inquinanti sulla base di un input di dati meteorologici su scala annuale, ma l'annualità scelta è di per sè soggettiva e non rappresentativa delle condizioni meteo-climatiche tipiche del dominio geografico di interesse e non tiene conto delle variazioni locali e stagionali delle condizioni meteo-climatiche".

Per dimostrarlo la ricercatrice ha effettuato uno studio simile, aggiungendo, a quelli presentati da Medoilgas, "dati meteo-climatici derivati da misure reali e simulate: il risultato che si ottiene circa la dispersione della nube di inquinanti è completamente diverso", sottolinea Pompilio, illustrando i possibili effetti sul territorio e parlando di sostanze altamente impattanti.

Ulteriori perplessità sono state espresse dal professor Stoppa in merito al fenomeno di induzione o generazione di terremoti collegati a operazioni petrolifere, al centro dell'attenzione in questi ultimi tempi del mondo scientifico, sia in Italia che all'estero. "Esiste la possibilità che, anche in assenza di una struttura sismica preesistente, sia proprio l'attività umana a 'creare' le condizioni per produrre un terremoto- ha sottolineato - l'attenzione degli studiosi fa capire che molti interrogativi restano aperti e che nessuno può dire se trivellare in dette condizioni sia sicuro o no. Molti studi devono essere ancora terminati e nel frattempo dovrebbe valere il principio di prudenza".

"Abbiamo già invitato il presidente Luciano D'Alfonso a mettere in atto quello che non hanno voluto fare i suoi predecessori", ha concluso Dante Caserta, consigliere nazionale del Wwf Italia. "La Regione Abruzzo deve avere le migliori risorse disponibili per rispondere adeguatamente alle tantissime istanze di ricerca di idrocarburi che ormai interessano la terra ed il mare abruzzese. Deve dotarsi di una task-force multidisciplinare capace di affrontare il tema in ogni aspetto. In questi anni tanti studiosi hanno offerto le proprie competenze ad enti locali, comitati ed associazioni che hanno presentato centinaia di osservazioni contro i tantissimi progetti di ricerca ed estrazione di idrocarburi che hanno interessato il nostro territorio. La Regione deve mettere a frutto questo lavoro e potenziarlo se vuole effettivamente porre un argine alla petrolizzazione dell'Abruzzo".

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